Salgono ancora i costi del servizio idrico nei comuni che rientrano nella gestione di Acea Ato 2. Aumenti di pochi euro per singola utenza, a quanto si apprende, ma che messi insieme formano un cospicuo “tesoretto” per il gestore, giustificato da investimenti milionari sulla rete idrica e fognaria, che dovrebbero partire dal nuovo anno. Al di là dei rincari, la conferenza dei sindaci della Città Metropolitana di Roma che si è tenuta il 13 dicembre ha avuto come protagonisti gli stessi Primi cittadini, divisi in “fazioni” su un tema che dovrebbe, al contrario, unire i membri dell’assemblea nel comune interesse dei cittadini.
Nella conferenza dei sindaci Acea Ato 2 ha presentato la rimodulazione delle tariffe del servizio idrico. Il piano tariffario è stato rigettato dall’assemblea dei Primi cittadini: a votare favorevolmente, infatti, sono stati solo i sindaci dei Comuni guidati dal Movimento 5 Stelle, con in testa il Primo cittadino di Pomezia Adriano Zuccalà che aveva, tra l’altro, la delega per votare anche per conto della sindaca di Roma Virginia Raggi. Un’assenza, quella del Comune di Roma (che rappresenta oltre 3 milioni di utenti) che è stata aspramente criticata dagli altri membri della conferenza. Tuttavia, nonostante l’assemblea abbia negato il proprio assenso al nuovo piano tariffario, per una sorta di meccanismo “capestro” il gestore potrà comunque imporre i propri desiderata ai Comuni su cui ha competenza.
A quanto dovrebbero ammontare questi aumenti? Secondo quanto si apprende, dovrebbero aggirarsi sui 10-14 euro annui per le utenze che presentano i consumi idrici più bassi (all’incirca fino ai 200 metri cubi). I rincari dovrebbero scendere mano mano che si sale di fascia di consumo. Sul nuovo piano tariffario presentato da Acea pesa la polemica dei sindaci “dissidenti”, che sostengono che la richiesta di agevolare le fasce di utenza debole (al netto del bonus idrico già previsto) non sia stata presa in considerazione dal gestore.
Entrando nel dettaglio, sull’esempio di un nucleo familiare di tre persone, secondo quanto stimato sul documento posto al vaglio della conferenza dei sindaci, la spesa totale annua dovrebbe variare in questo modo: per un consumo annuale di 90 mc da 137 a 150 euro; per 150 mc da 231 a 244 euro; per 200 mc da 319 a 333 euro; per 300 mc da 567 a 556 (-11 euro), per 400 mc da 1001 a 833 euro (-168 euro)
Non votare le nuove tariffe, per i sindaci che hanno deciso di tirarsene fuori, è stato un atto politico. «In conferenza dei sindaci della Città Metropolitana di Roma abbiamo assistito all’ennesimo voltafaccia dei grillini, paladini, solo a parole, dell’acqua pubblica». Le dichiarazioni al vetriolo sono di Rocco Maugliani, segretario provinciale del Partito Democratico. «L’organo della Città Metropolitana è stato chiamato a pronunciarsi sulla rimodulazione delle tariffe dei servizi idrici: gli unici a votare a favore dell’aumento sono stati i sette sindaci del Movimento 5 Stelle, tra cui Pomezia, Guidonia e Roma. Una decisione gravissima – ha continuato Maugliani – non solo perché i grillini hanno scelto per l’ennesima volta di stare dalla parte dei gestori e contro i cittadini, ma anche perché il voto di ieri (13 dicembre, ndr) ha decretato una spaccatura politicamente grave in seno alla conferenza rispetto a un tema che avrebbe dovuto vedere tutti i sindaci compatti e uniti in difesa degli utenti».
Una ricostruzione che il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà, sentito dal Caffè, rispedisce al mittente. «Non votare quel piano tariffario, da parte degli altri sindaci, non è stata una mossa corretta», sostiene Zuccalà. «Questa rimodulazione era stata già discussa e approvata dalla Conferenza, per quanto riguarda la tariffa media, già ad ottobre – spiega il sindaco pometino – averla rifiutata, adesso che si è entrati nel dettaglio, espone i cittadini alla possibilità che Acea, pur nell’ambito dei “paletti” imposti da Arera, imponga una propria tariffazione non discussa né condivisa con i Comuni». Il Primo cittadino di Pomezia risponde ai “colleghi” anche sulla polemica relativa alle fasce deboli: «Per coloro che hanno difficoltà a pagare ci sono il bonus idrico e le agevolazioni tariffarie. La stessa riduzione degli aumenti per le fasce di consumo più alte va a favorire i nuclei familiari numerosi. Si tratta di una polemica del tutto strumentale»