Gli arrestati, di età compresa tra i 33 ed i 72 anni, sono tutti di Roma, tranne 5 campani e un calabrese. Le indagini hanno interessato una quindicina di autoscuole, coinvolte nel conseguimento fraudolento della patente B e di quella per i mezzi pesanti, la cosiddetta “CQC” – Carta di Qualificazione Conducenti, finalizzata a qualificare i conducenti per la guida professionale di veicoli adibiti al trasporto di persone e/o di merci.
La concessione dell’abilitazione avveniva dietro il pagamento di somme di denaro che oscillavano tra i 2.000 ed i 3.500 euro, grazie al quale i candidati, assolutamente impreparati per il test e molto spesso di nazionalità straniera, di provenienza africana ed asiatica, in grado di comprendere almeno grossolanamente la lingua italiana, perlomeno per capire i suggerimenti “VERO/FALSO” che gli venivano trasmessi attraverso telefoni cellulari dotati di videocamera e di auricolare wireless fornite dalla scuola guida, a comunicare con persone appartenenti all’associazione all’esterno delle sale d’esame, ricevendo così le soluzioni ai quesiti della prova.
In pratica ai candidati, versando le somme di denaro richieste agli associati, veniva garantito il passaggio della prova d’esame seguendo un modus operandi ben preciso: gli aspiranti, prima di fare ingresso nelle sale della Motorizzazione, venivano presi in carico da alcune persone dell’associazione che provvedevano alla loro vera e propria “vestizione” installando un “kit” di apparecchiature ben occultate negli abiti.
DUE ANNI DI INDAGINI. Le indagini, scaturite a marzo 2017 da un semplice controllo amministrativo presso un’agenzia di pratiche auto di Roma, con l’arresto del titolare perché trovato in possesso di oltre 1000 marche da bollo (ognuna da € 16) di provenienza illecita, pronte per essere applicate sulle autentiche di firme per il rilascio di patenti di guida e trasferimenti di proprietà dei veicoli, hanno consentito, anche attraverso perizie tecniche, di individuarne la provenienza dagli Uffici della Motorizzazione Civile di Roma Nord.
B.B., 55enne di origini abruzzesi ma stabilmente a Roma, rimetteva sul mercato le numerose marche da bollo asportate da un dipendente della citata MCTC, S.C., romano di 55 anni, tratto in arresto per peculato, rifornendo numerose autoscuole della Capitale dietro ingenti corrispettivi di denaro.
Attraverso il monitoraggio delle numerose agenzie di pratiche auto rifornite dal B.B., tra le quali quella di P.G. 59enne di Rocca di Papa e M.A. romano dei 43 anni – entrambi in carcere insieme ad A.L., “accompagnatore” dei candidati che intendevano superare illegalmente l’esame – si faceva luce sull’organizzazione. Arrivavano anche dalla Calabria e dalla Campania fino a Roma per superare gli esami, con la complicità di altri membri dell’associazione finiti anch’essi in manette.
Nel territorio romano il principale referente era senz’altro il P.G., che in qualità di punto di riferimento su Roma dell’intera organizzazione in quanto catalizzava tutti i clienti delle Agenzie di pratiche auto della provincia romana, si occupava, insieme a F.S., 33enne di Rocca di Papa, V.G.72enne di Ciampino e R.S., romano di 32 anni, tutti posti ai domiciliari, di raccogliere le richieste avanzate dai titolari di alcune Autoscuole anche di fuori Roma, che presentavano candidati intenzionati ad ottenere le patenti in maniera illecita.
ITALIANO QUESTO SCONOSCIUTO (MA PATENTATI). Tra i candidati, vi erano anche cittadini extracomunitari, provenienti da India, Bangladesh, Egitto ed Etiopia, che comprendevano a stento la lingua italiana, risultati privi di qualsivoglia cognizione teorico/pratica riguardo le norme sulla circolazione stradale, alcuni identificati nel corso delle attività presso le Motorizzazioni Civili di Roma Sud e Roma Nord, indosso ai quali venivano rinvenute e sequestrate le apparecchiature tecniche direttamente riconducibili agli stessi arrestati.