Lucha y Siesta, la Casa delle Donne del Settimo Municipio, è un noto e vivace centro antiviolenza, culturale e di accoglienza per le donne. Al suo interno avvengono prolifici scambi sociali, condivisione di esperienze, attività e competenze. Il centro è solo un piccolo spazio, che tuttavia ha grandi potenzialità e regala ai suoi partecipanti sicurezza, condivisione e futuro. Dalla sua nascita Lucha y Siesta ospita 15 donne ed 8 bambini, che in essa hanno trovato un luogo personale, una vera e propria casa e rifugio da un ambiente esterno spesso ostile.
Il progetto – Nasce nel 2008 dal recupero di una palazzina di proprietà Atac a Cinecittà. Ed è proprio la sua origine a minare oggi la sicurezza del suo futuro. La palazzina, infatti, rientra nel concordato preventivo di Atac e deve essere sgomberata nel più breve tempo possibile per volontà del Comune di Roma e del proprietario dello stabile Atac. Infatti, già sono in atto, scrivono le attiviste del centro, le procedure per staccare le utenze, che vedrebbero una concretizzazione effettiva nella data del 15 settembre. A nulla sono servite le numerose mobilitazioni delle attiviste e del Web, che ha raccolto lettere di solidarietà da parte di singoli individui, comitati, sindacati, collettivi ed esponenti politici. Sabrina Alfonsi, Presidente del Municipio Roma I Centro, così commenta l’accaduto: “L’annuncio delle attiviste della Casa rifugio per donne vittime di violenza Lucha Y Siesta sulla prossima interruzione delle utenze è gravissimo. Virginia Raggi, prima Sindaca donna di questa città, intervenga immediatamente per scongiurare questa eventualità”. La Alfonsi conclude: “La sindaca batta un colpo e convochi immediatamente un tavolo con Lucha Y Siesta e Atac, proprietario dell’immobile, affinché non si proceda ad alcuno sgombero senza una soluzione alternativa per le donne che frequentano il centro, a partire dalle 15 donne e dai 7 bambini che lì hanno trovato rifugio”.
La posizione del VII Municipio – Diversamente Veronica Mammì, Assessora del VII Municipio alle Politiche Sociali, Pari Opportunità e Politiche Abitative riferisce al Caffè: “Nonostante l’ottimo lavoro dell’associazione, il servizio offerto non può categoricamente continuare nella struttura, che deve rientrare nel patrimonio di Atac”. Tuttavia l’Assessora rassicura: “Stiamo lavorando attivamente con il gabinetto del Sindaco, con il Dipartimento di politiche sociali e i due assessorati alle politiche sociali ed alle pari opportunità per trovare una soluzione. La soluzione a breve termine prevede l’assistenza delle donne vittime della situazione, mentre a lungo termine si prevede di trovare un nuovo stabile definitivo, che assicuri stabilità alle donne, cercando in ogni modo di garantire la territorialità”. Veronica Mammì inoltre sottolinea: “La nostra priorità sono le donne, alle quali deve essere garantito un servizio sicuro ed un tetto sotto il quale vivere. Poi il luogo specifico è relativo”. L’Assessora Mammì, inoltre, assicura che non avverrà alcuno sgombero prima di aver trovato una soluzione alternativa alla situazione critica, smentendo dunque la paura relativa allo sgombero fissato per il 15 settembre. L’azione delle attiviste per proteggere il centro tuttavia non si ferma, e sulla pagina Web si organizza un incontro per discutere del futuro della Casa e si legge la volontà di costituire un Comitato di Sostegno Lucha y Siesta, volto alla protezione del progetto, ad avviso delle attiviste non ricevuta da parte dell’amministrazione. Si resta in attesa di eventuali sviluppi, sperando che il desiderio comune delle parti, cioè la tutela delle donne e dei minori, diventi il motivo e l’obiettivo di una collaborazione proficua tra i soggetti coinvolti.