I Kennedy vengono ovviamente ricordati per il loro passato da giganti della politica e della storia, ma voi ci ricordare anche di un altro evento di portata mondiale che porta il nome di una donna Kennedy. Che ricordo ha di sua nonna Eunice?
“Era migliore di tutti gli uomini della famiglia. Andavamo a visitarla ogni settimana, finché non è venuta a mancare, ed ogni volta ci parlava di uno sport diverso. Avevamo molti amici con disabilità che partecipavano ad attività sportive insieme a noi. Lei era quella che teneva unita la famiglia, compreso il fratello che era la parte politica, gli amici e i parenti e lo faceva attraverso lo sport”.
Qual è la parte più importante di lei che porta in giro per il mondo per testimoniare l’importanza dello sport dedicato ad atleti con disabilità?
“L’energia. E’ morta a 89 anni, ma aveva più energie di me”.
Continua in qualche modo l’attività di sua nonna?
“Si, in qualunque città andiamo abbiamo un team di basket, pallavolo e altri sport”.
John Kennedy, come altri giganti della storia, erano capaci di testimoniare i grandi eventi del mondo attraverso il loro carisma e tramite discorsi memorabili come “ich bin Ein berliner”. Perché oggi, salvo rarissime eccezioni, i potenti del mondo non hanno più questa forza di sintetizzare un momento storico attraverso le loro parole o azioni? Ciò avviene a causa della politica, delle persone o è cambiato solo il modo di comunicare?
“E’ una difficile domanda. Io penso che abbiamo perso la parte politica. Ora i politici si preoccupano soprattutto di quello che interessa a loro e e portano avanti solo le cose che li separano, mentre invece lo scopo dovrebbe essere quello di tenere tutti insieme”.
Cosa ne pensa di Trump?
“Nelle olimpiadi, non si parla di politica”.