Il progetto
Per un anno solare lo sguardo di 80 bambini dagli 8 ai 12 anni si è immerso nella scoperta del territorio, osservandolo da diverse angolature e proiettandolo verso prospettive inedite: “Avevamo lavorato già in altri quartieri come lo ZEN e Ponte di Nona – racconta Greta Scicchitano, sceneggiatrice. -L’idea era riproporre quello che avevamo iniziato, ossia fare alfabetizzazione cinematografica a 360°, dall’ideazione del cortometraggio alla sua realizzazione, passando in rassegna la fotografia, il suono, il costume, il montaggio”. In un anno di intensa attività sono stati realizzati sette cortometraggi, una mostra fotografica, un audio documentario e una pubblicazione digitale.
Il legame con il territorio
Un’esperienza educativa, creativa e formativa tale da poterla considerare come possibile materia curricolare, che ha coinvolto non solo gli studenti ma tutta la comunità educante, estendendosi all’intero territorio: “Una parte importante del progetto è legata al territorio -spiega Simone Moraldi, responsabile scientifico di VideoTelling- I bambini hanno fatto un’inchiesta sui quartieri curata da Michele Aiello, insieme alle persone che da tanti anni stanno sul territorio. È stato importante capire come questa esperienza ha impattato sui quartieri e quali sono le potenzialità dell’utilizzo dell’arte nella riviviscenza del territorio. L’arte, le immagini – ha aggiunto -sono strumenti importanti di comunicazione per costruire un rapporto con l’ambiente in cui si vive”.
La presentazione
Il progetto è stato presentato l’11 dicembre in due momenti: nella mattinata, presso il Nuovo cinema Aquila, sono intervenuti professionisti del mondo della scuola, del linguaggio audiovisivo e cinematografico e della conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale. I ragazzi hanno raccontato alcuni passaggi di questa preziosa esperienza: “Abbiamo espresso le nostre opinioni sul quartiere e su come vorremmo migliorarlo” aggiungendo che “Centocelle e Torpignattara sono quartieri belli”. Nel pomeriggio, presso la Casa delle Culture a Villa De Sanctis, la proiezione dei corti è stata inframezzata dagli interventi dei partner del progetto: “Lavorare alla Pisacane è bellissimo- racconta Stefano Cipressi, Filmaker di Fujakkà- entri in classe e ti presenti come esperto di cinema e scopri che i ragazzi sanno già tutto. Ho lavorato in diversi quartieri- aggiunge- Ciò che ho visto in questa scuola è un forte senso di solidarietà; quando c’è questo il metodo viene in secondo piano perché lavori con ragazzi che sono già preparati a lavorare insieme”. Entrando nel vivo del laboratorio, ha poi spiegato: “Le storie che sono emerse nascono da una sola regola: creare due personaggi che danno qualcosa l’uno all’altra: i ragazzi hanno scritto i personaggi e i dialoghi, ogni inquadratura è stata decisa da loro. La parte più difficile è stata togliermi di mezzo, fare in modo di influenzare il meno possibile il lavoro, lasciando spazio alla loro spontaneità. Nella società -ha concluso- la prima cosa da fare per uscire dai problemi è darsi una mano: questo i ragazzi lo sanno e lo insegnano a noi”.
Francesca Zaccari