«L’Ater è, a tutti gli effetti, un ente economico che però eroga anche dei servizi sociali, con i soldi di tutti». Esordisce così, lanciando al contempo investimenti complessivi per 7 milioni di euro, il neo commissario straordinario Marco Fioravante nel suo primo incontro con la stampa. E, a ben vedere, sta proprio in queste parole il nocciolo dell’intera questione che ruota attorno dell’Azienda territoriale di edilizia residenziale pubblica della provincia di Latina. Tra conti di bilancio che a fine anno devono essere in ordine – «e lo sono, anche se a fatica», ha sottolineato il commissario Ater – e una manutenzione di un patrimonio da 7.346 alloggi, «molti dei quali datati, edificati con tecniche di costruzione vecchie di 70 anni». Nel mezzo, un’emergenza abitativa che solo nel Comune di Latina fa registrare circa 1400 persone in graduatoria, in attesa di una delle duemila case popolari presenti nel capoluogo. I problemi di fondo sono ben noti. A partire proprio dal fatto che l’Azienda deve pagare imposte, Ires e Imu, come se fosse un immobiliarista privato. Tant’è che per un vecchio contenzioso, «il Comune di Latina ha chiesto 1,2 milioni di euro di Imu per l’anno 2012», ha ricordato il direttore generale Paolo Ciampi. Che ha aggiunto: «Sul piano fiscale noi siamo di fatto considerati una società di capitali». Da qui gli oneri finanziari che minano i conti, contrapposti ad un pareggio di bilancio che deve essere raggiunto in quanto ente pubblico. Ecco che così – come ha ammesso Fioravante – «la coperta è corta». E la porzione che rischia di rimanere scoperta è quella sul fronte della manutenzione, oggetto di “politiche gestionali finalizzate alla riduzione dei costi”, si può leggere nelle relazioni allegate agli ultimi bilanci dell’Ater. In cui, per far quadrare i conti, si parla anche di alienazione del patrimonio. «In media, negli ultimi cinque anni sono stati venduti circa 40 alloggi l’anno», è stato, infatti, il dato fornito dalla governance dell’Azienda. La linea è chiara ed è sul solco della normativa nazionale. Da un lato recuperare unità abitative occupate abusivamente: 20 quelle riacquisite nell’ultimo anno tra Latina, Cisterna e Pontinia. Ma dall’altro è necessario in parte sostituire con nuove edificazioni (seppur nel rispetto delle leggi sul consumo di suolo) un patrimonio per cui l’Ater di Latina spende per gestione e manutenzione – 1098 euro l’anno la spesa media per un appartamento – più di quanto ne riesce a ricavare dagli affitti: appena 1065 euro l’anno in media per singola unità abitativa. Canoni che si aggirano mediamente sui 57 euro mensili. Senza contare che un terzo degli assegnatari paga un importo minimo di 7,75 euro e che il tasso di morosità sfiora il 30%. La parola d’ordine è dunque vendere, o meglio vendere gli alloggi per cui la manutenzione è più onerosa (per lo più immobili vecchi) o più difficoltosa (nei condomini misti, per via delle quote di manutenzione). Ma se a Roma, in questo senso, stanno cercando di fare cassa vendendo a prezzi di mercato case popolari in zone (urbanisticamente) di pregio come Garbatella e Testaccio, a Latina ciò non è possibile. Anzi, aggiunge Fioravante, «le vendite vengono effettuate a cifre oltremodo inferiori ai valori immobiliari delle zone di riferimento». Da qui il cortocircuito che si riversa sulle risorse da destinare a nuovi programmi costruttivi di edilizia popolare, che comunque nel frattempo sono in agenda ed interesseranno Latina (24 alloggi), Pontinia (24) e Cori (19). Un minimo di ossigeno sul fronte di un’emergenza abitativa che il commissario straordinario definisce come «un’emergenza economica della provincia che si riflette in una maggiore richiesta di alloggi erp». E che il direttore generale propone di tamponare anche con il cosiddetto housing sociale a canone calmierato per il ceto medio impoverito, quella famosa ‘fascia grigia’ che si aggiunge a quella, a reddito più basso, in attesa di una casa di edilizia sovvenzionata, ossia la vera e propria edilizia popolare.
I NUMERI DI ATER LATINA:
7346 appartamenti in uso abitativo in tutta la provincia
7,8 milioni € il ricavo dai canoni
57 € è l’affitto medio mensile per le case popolari
63 nuove costruzioni in agenda tra Latina, Pontinia, Cori