RAGGI: “È SOLO L’INIZIO”
Ad agosto, antipando di ventiquattro ore l’intervento del Campidoglio, gli stessi attivisti hanno eliminato la scritta CasaPound dalla facciata del palazzo a cui era seguito l’annuncio su Twitter della sindaca Virginia Raggi: “È solo l’inizio. Ora va sgomberato l’immobile e deve essere restituito alle famiglie che ne hanno davvero diritto. Va ripristinata la legalità. Fino in fondo”. Nei giorni scorsi la bacchettata della Corte dei Conti. Sull’emblema delle occupazioni romane qualcosa si muove. Due erano i freni: negli ultimi dieci anni nessuno avrebbe denunciato gli occupanti (anche se va detto che le prime segnalazioni erano cadute nel vuoto), e la difficoltà del Campidoglio a trovare una collocazione alternativa per i minori e i disabili all’interno. Il palazzo, infatti, non ospita solo la sede di CasaPound, “associazione non riconosciuta” (così la definisce il pm contabile Massimiliano Minerva), ma anche 16 famiglie. Nell’ultimo controllo sono state identificate 40 persone.
PM: OCCUPAZIONE “NON TOLLERABILE”
“Non è tollerabile in uno Stato di diritto” riporta l’atto firmato dal pm Massimiliano Minerva “una sorta di ‘espropriazione al contrario’, che ha finito per sottratte per oltre tre lustri un immobile di ben sei piani, sede storica di uffici pubblici, al patrimonio (indisponibile) dello Stato”. La direzione generale del Demanio, tra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60, lo concesse “in uso governativo” al Miur, che per oltre 40 anni aveva dislocato alcuni dei suoi uffici nell’edificio. Nel 2003 si decise di riconvertirlo, ma il 17 dicembre un gruppo di militanti di CasaPound forzò la serratura del portone di ingresso e prese possesso dell’immobile.
ISTITUZIONI IMMOBILI
Per i primi cinque anni, o almeno fino al giugno 2008, il Ministero dell’Istruzione (sollecitato dal Demanio) chiese più volte alla Prefettura di Roma di sgomberare il palazzo, senza esito positivo. “Da quel momento, per circa dieci anni, non risultano ulteriori iniziative da parte delle amministrazioni a vario titolo coinvolte”, si legge nell’atto di citazione, “mentre l’occupazione dell’intero stabile prosegue”. In sostanza, né il Miur, né il Demanio “hanno mai avviato le azioni amministrative, civili e penali del caso, finalizzate allo sgombero e al risarcimento dei danni”.
“GRAVISSIMA NEGLIGENZA”
In attesa che lo sgombero venisse realizzato, “entrambi i soggetti non si sono preoccupati in tutto questo tempo di richiedere all’associazione occupante e ai singoli occupanti il pagamento dell’indennità di occupazione”. “La vicenda – conclude la procura contabile – manifesta la gravissima negligenza e la scarsissima cura (mala gestio) che l’amministrazione pubblica ha mostrato nei confronti di un intero edificio di proprietà pubblica di ben sei piani, che per oltre 15 anni è stato sottratto allo Stato”.
8 DIRIGENTI NON POTEVANO NON SAPERE
Gli otto dirigenti d’altronde non potevano non sapere, secondo la ricostruzione del pm, “per la semplice ragione che l’occupazione è avvenuta alla luce del sole ed è stata addirittura oggetto di una rivendicazione politica (“abbiamo occupato”) con tanto di indicazione dello stabile pubblico ‘espropriato’ quale punto di incontro per tutto il rione”, nonché sede stessa dell’associazione. Anche i volantini di CasaPound riportavano l’indirizzo “via Napoleone III”. Una segnalazione penale in realtà era finita archiviata nel 2007 a piazzale Clodio per difetto di querela. Era stata presentata da un dipendente del Ministero sprovvisto però di formale investitura.
IL 21 APRILE (NATALE DI ROMA) PRIMA UDIENZA
Il 21 aprile, per gli otto dirigenti prima udienza. Il procedimento contabile è stato avviato nel 2018 dopo un servizio de L’Espresso e la denuncia, via pec, di un privato. Gianluca Iannone, fondatore di CasaPound, ha sempre ribadito: “Siamo un valore aggiunto per il quartiere e per la città”. Mentre Davide Di Stefano, responsabile romano precisava: “L’occupazione un crimine? È un crimine maggiore lasciare abbadonati dei siti. Noi lo abbiamo mantenuto e migliorato. Strappato al degrado”.