Le azioni eversive sono state condotte ai danni di istituti di credito, esercizi commerciali e sedi locali di Enel ed Eni ai Castelli romani. I militari stanno anche eseguendo perquisizioni in provincia di Roma a carico di altre tre persone. Al termine dell’udienza il GUP ha pronunciato nei confronti dei due imputati la sentenza di condanna, rispettivamente alla pena di “anni sei di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici” e “anni tre e otto mesi di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per anni cinque”.
Le indagini, coordinate della Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito grazie a intercettazioni e pedinamenti, di ricondurre agli indagati i vari attentati ed episodi di danneggiamento. Non solo: i due sono stati anche incastrati da alcune tracce di Dna: il profilo genetico di Gianluca Iacovacci è compatibile con quello rinvenuto sugli ordigni utilizzati negli attentati di Frascati, del 19 luglio 2012, contro gli istituti di credito Unicredit e BNL e sull’ordigno inesploso rinvenuto in occasione del fallito attentato dell’11 dicembre 2012, a Genzano di Roma, contro la filiale della Banca di Credito Cooperativo G. Toniolo.
L’Autorità Giudiziaria giudicante, concordando con le risultanze investigative acquisite dai Carabinieri del ROS, ha ritenuto i due imputati responsabili del reato di “Associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico” (art. 270 bis c.p.), in particolare “(…) per aver fatto parte unitamente ad altri soggetti operanti in Italia e nel resto del mondo in corso di identificazione e taluni già identificati nell’ambito di procedimenti penali in carico a diverse Autorità Giudiziarie, di un’associazione sovversiva di matrice anarchica denominata Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI-FRI) – cellula Individualità Sovversive Anticivilizzazione che, mediante la ‘lotta armata’ si propone e compie atti di violenza con finalità di terrorismo, di eversione dell’ordine democratico (…), nonché responsabili in concorso di “Atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi” (artt. 110 e 280 bis, commi 1, 2, 4 c.p.).
Nel corso del processo, in particolar modo a ridosso delle udienze celebrate nell’anno in corso, sono stati perpetrati, a livello internazionale, attentati in solidarietà da parte di esponenti dell’area anarchica riconducibili al cartello FAI/FRI in Grecia, Cile, Francia, Inghilterra e Spagna. Inoltre, espressioni di solidarietà vi sono state, in ambito nazionale, anche attraverso la diffusione di comunicati, scritte murarie e raccolta di fondi in favore dei due detenuti sin dal loro arresto nel settembre 2013.