Il 18 luglio 2014, presso il Palazzo di Giustizia di Roma, innanzi al GUP Simonetta d’Alessandro, si è tenuta la terza udienza del processo penale, con rito abbreviato, a carico di Gianluca Iacovacci e Adriano Antonacci, militanti della “Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale”, tratti in arresto il 18 settembre 2013 dai Carabinieri del ROS di Roma perchè identificati come autori di 13 attentati compiuti nella zona dei castelli romani dal 2010 al 2013, alcuni dei quali rivendicati con la sigla “Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale”.
Le azioni eversive sono state condotte ai danni di istituti di credito, esercizi commerciali e sedi locali di Enel ed Eni ai Castelli romani. I militari stanno anche eseguendo perquisizioni in provincia di Roma a carico di altre tre persone. Al termine dell’udienza il GUP ha pronunciato nei confronti dei due imputati la sentenza di condanna, rispettivamente alla pena di “anni sei di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici” e “anni tre e otto mesi di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per anni cinque”.
Le indagini, coordinate della Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito grazie a intercettazioni e pedinamenti, di ricondurre agli indagati i vari attentati ed episodi di danneggiamento. Non solo: i due sono stati anche incastrati da alcune tracce di Dna: il profilo genetico di Gianluca Iacovacci è compatibile con quello rinvenuto sugli ordigni utilizzati negli attentati di Frascati, del 19 luglio 2012, contro gli istituti di credito Unicredit e BNL e sull’ordigno inesploso rinvenuto in occasione del fallito attentato dell’11 dicembre 2012, a Genzano di Roma, contro la filiale della Banca di Credito Cooperativo G. Toniolo.
L’Autorità Giudiziaria giudicante, concordando con le risultanze investigative acquisite dai Carabinieri del ROS, ha ritenuto i due imputati responsabili del reato di “Associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico” (art. 270 bis c.p.), in particolare “(…) per aver fatto parte unitamente ad altri soggetti operanti in Italia e nel resto del mondo in corso di identificazione e taluni già identificati nell’ambito di procedimenti penali in carico a diverse Autorità Giudiziarie, di un’associazione sovversiva di matrice anarchica denominata Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI-FRI) – cellula Individualità Sovversive Anticivilizzazione che, mediante la ‘lotta armata’ si propone e compie atti di violenza con finalità di terrorismo, di eversione dell’ordine democratico (…), nonché responsabili in concorso di “Atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi” (artt. 110 e 280 bis, commi 1, 2, 4 c.p.).
Nel corso del processo, in particolar modo a ridosso delle udienze celebrate nell’anno in corso, sono stati perpetrati, a livello internazionale, attentati in solidarietà da parte di esponenti dell’area anarchica riconducibili al cartello FAI/FRI in Grecia, Cile, Francia, Inghilterra e Spagna. Inoltre, espressioni di solidarietà vi sono state, in ambito nazionale, anche attraverso la diffusione di comunicati, scritte murarie e raccolta di fondi in favore dei due detenuti sin dal loro arresto nel settembre 2013.