L’ospedale Santa Maria Goretti, grazie ad un investimento di 20 milioni di euro, dal 16 dicembre scorso può contare sul secondo centro di alta diagnostica per immagini e bio molecolare presente in Italia (il primo è a Napoli). Ad essere stati installati nel nosocomio pontino sono stati un macchinario per Risonanza Magnetica/Pet (una metodica combinata di una risonanza magnetica ad alto campo particolarmente indicata nella diagnostica neuro ed in campo oncologico) ed un’apparecchiatura Tac multislice a 128 strati dual sourcem (particolarmente indicata nello studio cardio Tc oltreché dei vari distretti in campo neurologico, toracico-addominale e vascolare). A permettere l’acquisto dei macchinari, che verranno utilizzati nella diagnostica di diverse malattie (neurodegenerative celebrali, dei tumori celebrali, della prostata, dell’apparato genitale femminile e del fegato), è stato il finanziamento messo a disposizione dalla “Fondazione Roma”, con la quale hanno firmato un accordo il Comune e la Provincia di Latina. I macchinari sono stati installati nei locali precedentemente occupati dai mezzi dell’Ares 118, ora collocati in alcuni capannoni messi a disposizione dal Comune di Latina. «Ringrazio tutte le parti interessate per il buon esito dell’incontro e delle procedure del trasferimento dell’Ares 118 – è stato il commento soddisfatto del sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi –. L’amministrazione comunale ha operato fattivamente per creare tutte le condizioni per raggiungere un importante risultato, che consente alla nostra città di avere un centro diagnostico di grande importanza a disposizione dei nostri cittadini e degli utenti di tutta Italia con l’investimento di milioni di euro».
Nonostante questo investimento milionario, tuttavia, continuano ad essere tante le mancanze del nosocomio pontino. L’ultima criticità balzata agli onori delle cronache è quella riguardante il nuovo reparto di Ematologia del padiglione Porfiri: se i malati ricoverati tirano un sospiro di sollievo per aver abbandonato le stanze fatiscenti del vecchio reparto, infatti, i pochi infermieri in organico nel padiglione tirano il fiato ed aspettano ancora rinforzi dalla Asl (che aveva promesso l’assunzione di due nuovi paramedici contestualmente all’apertura del nuovo reparto). Altra nota dolente la destinazione ad uffici delle stanze del vecchio reparto di ematologia. «Una scelta che non permette l’ampliamento della capacità ricettiva del reparto di oncologia – ha lamentato Cristina Rossi dell’associazione Valore Comune – e che vanifica i risultati positivi conseguenti all’inaugurazione dei nuovi locali». Un aumento di posti letto nel padiglione Porfiri appare, peraltro, quanto mai necessario in una provincia come quella di Latina che, stando ai dati diffusi dal XVII° incontro oncologico pontino tenutosi nel 2011, vede 2400 diagnosi di tumore ogni anno e conta 1300 morti l’anno proprio a causa di malattie oncologiche.