è lungo poco più di una cinquantina di metri il tratto di via Capo le Case che, nel cuore del centro storico di Roma, costeggia Sant’Andrea delle Fratte. Un tratto che da una ventina di giorni circa è stato chiuso al traffico veicolare: al momento è infatti possibile transitare lungo la parte di strada che va dal civico 27 al civico 36 (ci sono un bar, un negozio di abbigliamento, una storica bottega di arredi, una gioielleria, una galleria d’arte e una banca) soltanto a piedi. E per farlo bisogna incunearsi in uno stretto passaggio delimitato dalla classica rete arancione che circonda i cantieri.
Cosa è successo?
Abbiamo chiesto innanzitutto ai religiosi che si occupano della meravigliosa basilica barocca opera del Borromini e consacrata alla Madonna del Miracolo. A quanto ci hanno riferito il problema è consistito nel distacco di parti di intonaco dal campanile dell’edificio di culto. “Ci siamo accorti della presenza di alcuni calcinacci e di qualche pietra che poteva cadere, con il rischio che finisse sulla via” ci hanno detto i frati che abbiamo incontrato all’interno della sacrestia. Che hanno quindi aggiunto: “Alcuni giornali hanno scritto di pezzi caduti per strada, ma non è successo nulla del genere”. Proprio per evitare tali problemi “abbiamo subito avvisato la proprietà della struttura”.
Il risultato
È stato l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco, che per precauzione hanno messo le transenne. Il passo successivo è stato l’apertura di “un cantiere di somma urgenza” finalizzato a rinsaldare e ad aggiustare quanto c’è di pericolante. “Dalla nostra chiamata alla chiusura della strada e all’installazione delle impalcature sono passati circa dieci giorni. Tempi piuttosto veloci”, sottolineano i religiosi. Che concludono rimandandoci, per i dettagli tecnici e ogni ulteriore informazione, alla Soprintendenza e al Fondo Edifici di Culto (ente legalmente rappresentato dal Ministro degli Interni che ha il compito di “assicurare la tutela, la valorizzazione, la conservazione e il restauro dei beni”). A proposito invece dei tempi di riapertura della strada e conclusione dei lavori, il timore – condiviso dai commercianti della via – è che siano piuttosto lunghi. “Ci hanno detto che ci vorranno almeno quattro mesi” dice un operaio mentre, avvisandoci di passare a distanza di sicurezza, sposta alcuni tavolini del bar che si trova proprio sotto il campanile.
La preoccupazione dei commercianti di zona
Entriamo a chiedere ai gestori qual è la situazione dal loro punto di vista e cosa è stato loro detto. “L’altro giorno c’era qui una responsabile del cantiere. A quanto abbiamo appreso, prima metteranno tutto in sicurezza e poi effettueranno i lavori. Saranno tempi biblici, mica come in Cina, dove hanno costruito un ospedale in dieci giorni. Qua ci vorranno almeno dieci anni. E nel frattempo noi stiamo sotto ad un treno” commenta tristemente il barista facendo riferimento al drastico calo del numero di clienti del locale. E mentre ci prepara un caffè, accompagnato da un biscottino a forma di cuore – “purtroppo devo farvelo pagare” dice quasi dispiaciuto – con il classico spirito romano commenta ironicamente: “anche la strada è piena di buche” e avrebbe bisogno di interventi di ristrutturazione, “ma quando ho chiesto a chi sta lavorando al campanile – conclude – mi hanno risposto che non è di loro competenza. Fanno lo stesso lavoro, ma ognuno si occupa di una cosa diversa. Stiamo proprio messi male”.
Cristina di Giorgi