Due anni di reclusione. Questa la condanna inflitta dal giudice del Tribunale di Latina, Enrica Villani, a Costantino “Patatone” Di Silvio, esponente dell’omonima famiglia di origine nomade e già da dieci anni in carcere, condannato in via definitiva per l’omicidio nel 2010 di Fabio Buonamano, detto Bistecca, nell’ambito della guerra tra rom e non rom. L’ennesima condanna per Patatone, questa volta accusato di aver estorto denaro a una donna prima della stagione di sangue che ha portato a una serie di arresti e sequestri nei confronti del clan. I difensori dell’imputato, gli avvocati Luca Amedeo Melegari e Pasquale Cardillo Cupo, hanno sostenuto che non vi era stata alcuna estorsione, specificando che la presunta vittima sarebbe stata un’amante di Costantino Di Silvio e che, abitando quest’ultima in un appartamento di Patatone senza pagare l’affitto, l’esponente della famiglia nomade a un tratto le avrebbe solo chiesto di saldare quanto dovuto. Al massimo, dunque, per loro l’imputato si sarebbe reso responsabile di un esercizio abusivo delle proprie ragioni. Una tesi supportata anche da un testimone ascoltato in aula. Tanto che lo stesso pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per Di Silvio. Il giudice Villani ha invece ritenuto che Patatone avesse comunque compiuto un’estorsione e lo ha condannato. La difesa dovrà ora attendere che vengano depositate le motivazioni della sentenza e poi dovrà decidere se fare ricorso alla Corte d’Appello di Roma.
22/02/2020