Intervistare Gabriel Montesi è come prendere un caffè con un amico. La sua autenticità la porta sulle spalle, non solo sullo schermo. Nelle sue parole si percepisce la passione che lo anima, tutto l’entusiasmo di un giovane in ascesa, che sta vivendo esperienze eccezionali e soddisfacenti accanto a grandi attori del cinema italiano. Recitare per lui non è solo un mestiere, fa parte della sua identità, è un tutt’uno con la sua vita e si percepisce. Dopo il successo de Il Primo Re, film di Matteo Rovere con Alessandro Borghi, il giovane attore di Aprilia torna a recitare in Favolacce, il nuovo film dei gemelli 31enni Damiano e Fabio D’Innocenzo.
Favolacce ha appena conquistato la 70esima edizione della Berlinale, il festival internazionale del cinema di Berlino, ricevendo l’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura. Già premiati al festival tedesco nel 2018 con il film La terra dell’abbondanza nella sezione Panorama, i due registi hanno definito il loro ultimo lavoro “una favola dark tra Italo Calvino e Gianni Rodari”.
Il film non ha una vera e propria trama definita, ma racconta i rapporti umani nelle famiglie, dove la rabbia e la disperazione sono pronte ad affacciarsi in una vita banale e apparentemente tranquilla. Nel film Gabriel è un ragazzo padre che vive nella provincia romana, insieme a suo figlio Geremia.
Dal 16 aprile sarai al cinema con Favolacce, un film applaudito a livello internazionale. Come hai vissuto il Festival del cinema di Berlino?
«è stato al contempo bello e terrificante. A Berlino tutto era programmato, ogni appuntamento, ogni intervista, tutto con un ritmo serrato. Ho conosciuto un mondo di veri professionisti, molto attenti al contenuto, al valore del film, senza inutile divismo, proprio come piace a me. E poi, sul treno che da Roma mi stava portando a casa, ad Aprilia, ho ricevuto la notizia della premiazione e non potevo che esserne fiero», racconta Gabriel che spiega volentieri anche il suo legame con Aprilia. «La mia terra d’origine torna spesso e prepotentemente nel mio lavoro. Ad Aprilia ho mosso i primi passi nel mondo della recitazione. Grazie al teatro Finestra di Raffaele Calabrese ho capito di voler fare l’attore e serbo un gran bel ricordo di quegli anni. Nel tempo ho scoperto che la recitazione è per me istinto, emotività, ma anche ricerca approfondita e studio del personaggio. Per questo, quando ho vestito i panni di Amelio Guerrini in Favolacce, è stato facile immedesimarmi in un ragazzo di provincia e catturare le sue movenze, il suo linguaggio. È bastato ispirarmi ai miei ricordi».
Una ricerca linguistica che i due fratelli D’Innocenzo hanno apprezzato e capito subito. Come è stato lavorare con loro?
«Inizialmente ero al provino solo per fare da spalla ad altri attori, ma Fabio e Damiano mi hanno notato e voluto con loro. Da subito è nata tra noi una grande amicizia e complicità, mi hanno lasciato esplorare l’intimità del personaggio, mi hanno permesso di dare libero sfogo alla creatività e al sentimento spontaneo. Mi sono sentito subito a casa».
Hai lavorato accanto ad attori come Elio Germano e Barbara Chichiarelli. Cosa ti porti a casa da questa esperienza?
«Questa è la prima volta con un ruolo così importante. La mia storia viaggia parallela a quella di Bruno (Elio Germano) e Dalila (Barbara Chichiarelli), i due protagonisti che crescono i figli pre adolescenti, Denis e Ale, in una vita senza valori. I giovani al centro di questo film che indaga nei sentimenti e nelle ombre delle vite di ognuno. Senza dubbio è stato prezioso poter lavorare con un attore come Elio Germano, in lui ho trovato uno sguardo paterno e gentile. Non ho potuto che trarre ispirazione e catturare con gli occhi ogni piccolo dettaglio del suo lavoro per poter crescere personalmente».
Dopo questo successo, cosa ti aspetti dal futuro?
«Sicuramente continuerò a lavorare sodo. A novembre sarò in tv con Romolus, la serie Sky ispirata al film Il primo re, di cui è ancora in corso la lavorazione».
Riconoscimenti internazionali e impegno costante sulla strada di Gabriel Montesi, che ancora una volta si conferma un talento sincero, un giovane che sa dove vuole andare e cosa vuole essere: un attore autentico, capace di portare sullo schermo realtà e sguardi diversi, restando protagonista della sua vita.
Laura Alteri