Marcello de Vito sfida il Coronavirus per “senso di responsabilità”, così lascia filtrare dal suo enturage. Il 5 marzo scorso il presidente dell’Assemblea capitolina era l’unico imputato del maxiprocesso allo stadio presente a piazzale Clodio, in un’aula comunque affollata da avvocati. È stata un’altra udienza interlocutoria. Il processo stenta ancora a entrare nel vivo. Risolte le questioni preliminari la presidente del collegio, Paola Roja, ha organizzato la calendarizzazione delle prime udienze.
PROSSIMA UDIENZA 2 LUGLIO, CORONAVIRUS PERMETTENDO
La prima è stata fissata con un balzo in estate nella speranza che l’allarme sanitario sia definitivamente archiviato: il 2 luglio. Poi si vola direttamente a settembre con le date del 7, 15 e 17. Ed ancora al 5 e al 13 ottobre; 5 e 12 novembre, fino alle porte di Natale con la fissazione del primo e del 10 dicembre. Giacca elegante, una imperturbabile tranquillità e nessun codazzo. Dopo il ritorno in Aula Giulio Cesare, De Vito, si è sempre presentato in tribunale per il processo a suo carico. ”Questione di rispetto”. Basso profilo, nessun altro commento. Sedici imputati e più di cento testimoni. Sarà un processo lungo e complesso quello che dovrà accertare il presunto sistema sblocca-pratiche dietro al progetto stadio.
PRESTO I BIG IN AULA
Personaggio cardine del maxi-processo (secondo le posizioni si contesta concussione, corruzione, falso), proprio il presidente della Assemblea Capitolina accusato di aver preso soldi dal costruttore Luca Parnasi, attraverso l’amico ed ex collega l’avvocato Camillo Mezzacapo per oleare le autorizzazioni per lo stadio della Roma. A seguire l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone, l’imprenditore Parnasi e l’ex vicepresidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi, passato di recente nelle file della Pisana da FI a Cambiamo (il nuovo partito di Giovanni Toti, ndr).
TESTIMONI BONAFEDE E RAGGI
Saranno sentiti come testimoni il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e la sindaca Virginia Raggi. I due nomi compaiono nella lista depositata dai difensori di De Vito, accusato di corruzione. A chiedere la citazione di Raggi anche la Procura. La sindaca verrà ascoltata in merito all’iter amministrativo seguito dal Campidoglio per il progetto dell’impianto che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle. Dal canto loro, i difensori di De Vito, nel motivare la convocazione di Bonafede affermano che “all’epoca dei fatti era appartenente al gruppo di coordinamento dei Comuni governati dai sindaci degli M5S” e “quindi potrà riferire in ordine alla posizione del Comune di Roma per la realizzazione del progettò”. Per i legali del presidente dell’Assemblea capitolina, l’attuale ministro della Giustizia potrà riferire sui “tempi, dei motivi e dei soggetti che conducevano la volontà dell’amministrazione comunale al raggiungimento di una intesa con il proponente (Eurnova, società all’epoca dei fatti guidata da Parnasi ndr). Il teste potrà riferire – conclude il capitolato – inoltre sulla natura ed oggetto della riunione tenutasi il 24 febbraio del 2017, ove la maggioranza di governo deliberava di realizzare il progetto sul nuovo stadio”.
PAPALIA PRONTO A TRASCINARE IN GIUDIZIO PARNASI
Il tema stadio resta comunque caldo anche fuori dalle aule di giustizia. Gaetano Papalia, l’ex proprietario dei terreni di Tor di Valle, dove insiste il progetto stadio, ha rivelato in una intervista al Corriere dello Sport che ha intentato un’azione legale nei confronti di Parnasi sulla cessione dell’area. ”Attraverso il mio avvocato abbiamo chiesto la risoluzione del contratto con la società di Parnasi, per rendere nulla la compravendita di 7 anni fa”, ha dichiarato. La sua speranza è che ”la Sais, la mia società dichiarata fallita, tornerebbe proprietaria dei terreni di Tor di Valle. Pamasi è insolvente da oltre un anno e mezzo. Doveva pagarci le rate mese per mese e ha smesso di farlo, impedendo al curatore fallimentare di risarcire i creditori”. Marta Volo