Presidente, come si stanno comportando i cittadini in questo momento. Prendono d’assalto le farmacie?
«La maggioranza delle persone, devo dire, si è autoregolamentata ed è disciplinata: mantiene le distanze, aspetta fuori dalla farmacia quando il locale è saturo ed è disciplinata. Certo, c’è sempre una piccola parte di persone che non ha ancora capito bene che abbiamo a che fare con una pandemia e non con una semplice influenza».
Ci chiarisca alcuni punti sulle mascherine, che tutti cercano senza trovare. Le farmacie le hanno?
«C’è una richiesta fisiologica di mascherine, che non troviamo. Non le abbiamo neanche noi operatori se non di quelle per lo svolgimento del nostro lavoro. Noi titolari dobbiamo, per primi, munire i dipendenti di mascherine, guanti, visiere e schermi plexiglass per tutela, ma fatichiamo anche noi a trovarle. Sono al telefono costantemente con ditte per chiedere di essere riforniti, ma al momento neanche le farmacie le hanno a sufficienza a causa dei blocchi e del fatto che siamo in una condizione alla quale non eravamo preparati».
Cosa possiamo suggerire a chi cerca una mascherina senza trovarla?
«Quello che posso dire è che è molto più importante avere attenzione per l’igiene delle proprie mani. È vero che il virus viene trasmesso tramite le goccioline di vapore emesse con colpi di tosse, con starnuti o parlando. Ma è vero anche che noi riusciamo a tenerle a distanza di sicurezza se rimaniamo a 1 metro e 82 centimetri di distanza l’uno dall’altro. È molto più importante, dunque, mantenere pulite le mani perché toccano oggetti, tastiere, ascensori, sedili del treno, bancomat, banchi degli esercizi. Lì, a seconda del materiale, resta una residualità per un periodo di tempo che varia dalle 24 ore del cartone ai 3 giorni dell’acciaio e della plastica. A mio avviso, e non lo dico io ma gli esperti, è più importante avere igiene delle mani che è la parte che viene più semplicemente a contatto con bocca e occhi».
Quanto sono utili i disinfettanti e, soprattutto, si trovano ancora?
«I disinfettanti, nell’ottica di quello che dicevamo prima, sono fondamentali. Tutti quelli che sono a base di alcol e cloro distruggono il virus. Pulire le superfici e lavare le mani è il metodo migliore. Noi farmacie qualcosa abbiamo ancora, anche se anche questi prodotti scarseggiano».
Come vi state regolando per sopperire a queste mancanze di prodotti?
«Cerchiamo di farci portare i contenitori dalle persone. Perché quelli sì, li abbiamo esauriti tutti a causa delle richieste 100 volte superiori al normale. Riempiamo i contenitori di soluzioni che hanno sicura capacità antivirale».
In questi giorni si moltiplicano le denunce da parte delle forze dell’ordine per farmacie che hanno aumentato i prezzi di igienizzanti e mascherine anche dell’800%. Come può un cittadino tutelarsi?
«Non mi meraviglio che ci possano essere casi del genere, ma sicuramente devono essere trattati con il “pugno di ferro”. Se capitano queste situazioni è giusto che i clienti si rifiutino di acquistare i prodotti e che avvisino l’Ordine dei Farmacisti e le forze dell’ordine allegando anche gli scontrini. A quel punto scatteranno delle verifiche e se l’utente ha ragione gli esercizi andranno colpiti senza nessun tipo di elasticità. Questo atteggiamento fa male alla cittadinanza e alla categoria».
Ha già avuto simili segnalazioni su Latina?
«Si, ho ricevuto mail e telefonate. Alcune veritiere, altre no. È difficile gestire questo momento, ma occorre rimanere vicini alla popolazione anche in un discorso di prezzi e mantenere un profilo molto basso ricordando che le mascherine e gli igienizzanti vengono richiesti per necessità».
Lo sentite, voi farmacisti, il riconoscimento da parte dei cittadini per il lavoro che state facendo in questo momento di emergenza?
«Si, lo sentiamo. Nella maggior parte dei casi i clienti ricambiano mostrando anche loro pazienza e comprensione, anche quando sono costretti a andare via senza aver trovato quello che cercavano».