Sindaco, pochi giorni fa ha ordinato la chiusura dei parchi per evitare assembramenti in città. Come giudica il comportamento dei suoi concittadini in queste settimane?
«Ho dovuto chiudere i parchi comunali e le aree cani perché mi è stato fatto notare, e io stesso l’ho visto con i miei occhi, che diverse persone continuavano a utilizzarli come luoghi di aggregazione, nonostante sia espressamente vietato. Qualcuno addirittura si era messo a fare pic nic», sospira il sindaco. «Devo comunque dire che in generale siamo soddisfatti di come sta reagendo la cittadinanza, ci sono veramente poche persone per strada e quelle che si vedono o hanno la spesa, o escono da sole con il cane, o fanno sport. Ma anche su questo devo fare una precisazione – ammonisce Zuccalà – le persone devono essere consapevoli che se l’attività motoria all’aperto diventa un pretesto per uscire e affollare comunque troppo le strade, le autorità potrebbero ulteriormente inasprire le limitazioni ai movimenti. È una questione di bene comune».
Nella riunione via Skype con i sindaci di Ardea, Anzio e Nettuno, oltre allo stop già annunciato ai parcheggi a pagamento, sono stati presi provvedimenti congiunti per il controllo dei movimenti delle persone sul territorio?
«Abbiamo concordato di ottimizzare le forze di polizia locale a disposizione dei quattro Comuni. In sommi capi, è stato stabilito che per il monitoraggio dei confini di connessione tra i territori limitrofi, ad esempio il lungomare, si metterà in atto un coordinamento tra le polizie locali per liberare più pattuglie possibile, che a quel punto saranno in grado di controllare più capillarmente le aree interne e periferiche. È un’attività che a Pomezia avevamo già concordato con i carabinieri e la guardia di finanza, ma che adesso prevede il coinvolgimento di altre tre città che collaboreranno tra loro per sfruttare al meglio tutte le risorse».
Come va la gestione dell’emergenza? C’è comunicazione sufficiente tra i vari organi istituzionali e sanitari?
«Abbiamo accolto con enorme favore la nota che ci è stata trasmessa dall’Anci, relativamente alla comunicazione dei casi positivi da coronavirus. Ora le Asl dovranno mandarci un report dettagliato sui contagi acclarati, sulle persone positive che sono seguite a casa e su quelle che sono in sorveglianza domiciliare. Già da alcuni giorni la Asl Roma 6 ci comunicava telefonicamente gli esiti della riunione giornaliera presso l’assessorato regionale alla Sanità, ma appunto si trattava di comunicazioni vocali. Ora avremo un rapporto scritto e dettagliato su cui basarci per avviare tutte le necessarie misure a tutela della cittadinanza».