Sembrano gli elementi di un romanzo, invece, sono quelli di un’inchiesta della Procura di Velletri, sfociata in un doppio processo per spaccio di droga. E se di romanzo si fosse trattato sarebbe stato un romanzo criminale e allo stesso tempo paradossale, tutto scritto a Nettuno, ma con un profondo richiamo alla provincia di Latina.
La storia, o meglio la storiaccia, inizia il 21 dicembre 2013, quattro giorni prima di Natale. Un 50enne di Nettuno si presenta al comando dei carabinieri di Anzio, poggia sulla scrivania degli investigatori due pacchi, ognuno contenente un chilo di cocaina, e si sfoga. Vladimiro M. racconta che è legato sentimentalmente a una 49enne, Lucia V., che quest’ultima le aveva confidato che custodiva nella casa che divideva con il marito cocaina, loro affidata da terze persone, ma che voleva uscire da quello che per lei era diventato un incubo, far sparire la sostanza stupefacente. Sempre il 50enne riferisce di aver organizzato, complice la 49enne, un furto simulato, di essersi introdotto a casa della donna insieme a un albanese, Klajdi Y, 35 anni all’epoca, e di aver sottratto quattro chili di “neve” custoditi nella cassaforte. Il 50enne poi conclude dicendo che aveva portato quella droga a casa sua, di aver atteso per quattro giorni di avere notizie della donna, di essere alla fine stato pressato dall’albanese e costretto a cedergli la metà della coca rubata. Temendo che alla donna fosse stato fatto qualcosa di brutto, si era deciso a chiedere aiuto. Sequestrata la droga e fatta una serie di riscontri alle dichiarazioni del 50enne, i carabinieri arrestano il marito della donna, il 54enne Sergio C., originario di Sezze, e tutti gli altri tre “protagonisti”.
Dagli interrogatori arrivano informazioni anche sulla provenienza della cocaina, che sarebbe stata affidata al 54enne da un gruppo di pontini, finito anche in un’inchiesta dell’Antimafia di Roma su un traffico di sostanze stupefacenti tra Latina e Frosinone. Aver vuotato il sacco non ha portato però particolari vantaggi al 50enne nettunese e alla sua amante. Finiscono tutti a processo per spaccio. Anzi, il 50enne finisce nei guai anche per un fucile calibro 12 rubato a Nettuno, modificato e trovato dai carabinieri a casa sua. Il 50enne e la donna scelgono di essere giudicati con rito abbreviato e vengono condannati rispettivamente a 6 e 8 anni.
Storia diversa per l’albanese. Detenuto dal 30 gennaio 2014 al 13 aprile 2015, alla fine viene assolto. Ha chiesto un indennizzo per i quasi quindici mesi trascorsi in carcere a Velletri, ma per la Corte di Cassazione la reclusione aveva fondamenti di necessità. Caso chiuso.