Il Comune di Latina ha messo mano alle spese per l’energia elettrica. In tempi di spending review ogni singolo centesimo deve essere speso in maniera razionale, perché potrebbe fare la differenza sul bilancio. In questa operazione di previsione delle spese, è saltato fuori che il Comune da sessant’anni si accollava l’onere dell’energia elettrica di chiese e cappelle del territorio comunale, così come deciso con delibera numero 71 datata 19 giugno 1954. Peccato che ben trent’anni fa il concordato tra Stato e Chiesa esonerava le pubbliche amministrazioni dal pagare le spese degli edifici religiosi. Così il Comune di Latina ha deciso di liberarsi di questa zavorra, che porterà ad un risparmio di circa 200 mila euro l’anno. Ecco le 38 chiese a cui il Comune non pagherà più la corrente: in centro città la cattedrale di San Marco, la Chiesa Gesù Divin Lavoratore (Pantanaccio), Santa Maria Goretti, S.S. Pietro e Paolo, S. Luca, S. Domitilla, S. Matteo Apostolo, S. Carlo Borromeo, S. Rita, Sacro Cuore di Gesù, Monastero di Santa Chiara, S. Francesco d’Assisi, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Madonna di Loreto, S. Antonio, S. Chiara, Maria Madre della Chiesa, Sala Parrocchiale di Largo Peri. Nelle borgate: Sacrissimo Cuore di Gesù (Sabotino), Stella Maris (Lido), S. Paolo Apostolo (Tor Tre Ponti), S. Michele Arcangelo (B.go San Michele), S. Maria (B.go S. MAria), S. Benedetto (B.go Piave), S. Maria di Sessano e Oratorio ex scuola (B.go Podgora), S. Pio X (B.go Isonzo), Santissima Annunziata (Montello), S. Francesco d’Assisi (Bainzizza), S. Maria Goretti (Le Ferriere), S. Giuseppe (B.go Grappa), S. Fecitola (B.go Santa Fecitola), S. Giuseppe Lavoratore (Latina Scalo), Vergine del Santissimo Rosario (B.go Faiti), Maria Immacolata, biblioteca e Chiesa (B.go Carso), Chiesa della Chiesuola.
20/08/2014