Il caso dello spaventoso rogo che una settimana fa ha devastato il centro dei rifiuti Loas Italia srl di Aprilia e della nube tossica che ha ‘toccato’ per giorni numerosi comuni del Lazio è finito nella mani del Governo Conte bis. Almeno questo è quanto chiede in una interrogazione a risposta scritta Bruno Astorre, plenipotenziario senatore nonchè segretario del PD del Lazio, che su tale vicenda ha chiamato in causa niente meno che Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente in quota M5S, ma soprattutto generale dei carabinieri di origine campana che ben conosce il settore rifiuti, e Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno (politicamente indipendente).
Astorre chiede ai due “se non ritengano opportuno intervenire quanto prima al fine di adottare misure concrete ed efficaci di controllo del territorio, nonché di prevedere fondi e programmi speciali per la risoluzione del problema dello smaltimento illegale dei rifiuti; se non reputino necessario garantire maggiori controlli nel rilascio delle autorizzazioni agli impianti di trattamento dei rifiuti”.
Qui di seguito il testo integrale dell’interrogazione:
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
(Ex Art. 153 R.S.)
Ai ministri dell’Interno e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Premesso che:
lo scorso 9 agosto, all’interno di uno dei capannoni dell’azienda Loas Italia srl, ditta che trattava il recupero di rifiuti speciali non pericolosi, si è sviluppato un rogo che ha avvolto il sito industriale;
sul predetto evento sta indagando la magistratura competente territorialmente;
in data 27 luglio 2017 il titolare dell’azienda fu arrestato dagli agenti della Polizia Stradale del Distaccamento di Aprilia e della Squadra Mobile della Questura di Latina, insieme con altre 15 persone su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito indagine denominata “Dark Side”, con l’accusa di smaltimento illecito di rifiuti all’interno di una ex cava di pozzolana, ove sono stati interrati ingenti quantitativi di rifiuti mai giunti nelle discariche autorizzate per il trattamento finale;
il summenzionato titolare dell’azienda che ha scelto di patteggiare, è stato raggiunto da una sentenza definitiva emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma;
in un’altra vicenda, avvenuta precedentemente ai fatti contestati nell’inchiesta suddetta, che ha sempre interessato il titolare dell’azienda Loas Italia Srl, era stata contestata la violazione della normativa ambientale, per cui è stato emesso decreto penale di condanna;
tale vicenda viene discussa nei prossimi mesi presso il Tribunale di Latina;
la società Loas Italia Srl, nonostante le vicende giudiziarie cui era coinvolta, ha gestito ed ha continuato successivamente a svolgere per conto del Comune di Aprilia il servizo di raccolta e di smaltimento di alcune tipologie di rifiuti per conto dell’ente, proseguendo anche nella collaborazione con il Comune ed altre aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti, oltre che nel progetto didattico “Differenzio anch’io” in collaborazione con gli istituti scolastici aderenti e con una associazione sportiva locale;
considerato che:
secondo quanto riportato dagli organi di stampa l’azienda risulterebbe priva dell’ICP, il Certificato di prevenzione degli incendi, e che, in mancanza di un adeguato sistema di primo intervento, gli stessi addetti del sito non si sono trovati nelle condizioni di poter avviare un primo tentativo di contenimento delle fiamme all’interno dell’area dove erano accatastati rifiuti ed ecoballe avvolti poi dalle fiamme;
a seguito dell’incendio, il sindaco di Aprilia ha dovuto emettere una ordinanza vietando ai cittadini residenti nel raggio di due chilometri di raccogliere ortaggi e verdure, di non uscire senza mascherina, nonché ha ordinato la chiusura delle attività commerciali entro la zona rossa, allargando nelle ore successive i divieti anche ai residenti delle zone del centro. Stabilendo, inoltre, anche la momentanea sospensione delle manifestazioni estive e del mercato settimanale;
nel 2015 è scoppiato un incendio in un terreno incolto sito in via Nettunense 102, ove erano stati stoccati abusivamente dei rifiuti speciali e tossici.
sul suddetto terreno, tutt’ora oggetto di sequestro del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Latina, i tecnici dell’ARPA di Latina riscontrarono anche la presenza di una cisterna di capacità di circa 18000 litri contenente acido nitrico mentre,erano sono presenti sia contenitori IBC vuoti che pieni riconducibili a varie sostanze pericolose come acido cloridrico, acqua ossigenata, acido formico, acido fosforico;
nel maggio 2017 a seguito dell’incendio che divampò all’interno di una azienda simile alla Loas Italia Srl, la Eco X di Pomezia, i cittadini residenti nell’area a Nord di Aprilia furono costretti per giorni a rispettare norme restrittive di esposizione, disponendosi anche la chiusura delle scuole;
rilevato che:
nella città di Aprilia sono presenti dagli anni 80 numerose discariche, fra legali e abusive, ove sono stati smaltiti illegalmente rifiuti. Una quarta discarica è stata individuata nel 2017 a seguito della operazione “Dark Side”; ben tre siti sono inseriti nella lista dei siti da bonificare ad alta pericolosità, mentre altri 8 siti sono stati definiti a bassa pericolosità. Inoltre, quattro aziende sono sotto regime normativa SEVESO III e sempre ad Aprilia una indagine epidemiologica guidata dal dipartimento della Regione Lazio, ha accertato indici di mortalità maggiori che nel resto della Regione;
si chiede di sapere:
se non ritengano opportuno intervenire al fine di adottare misure concrete ed efficaci di controllo del territorio, nonché di prevedere fondi e programmi speciali per la risoluzione del problema dello smaltimento illegale dei rifiuti;
se non reputino necessario garantire maggiori controlli nel rilascio delle autorizzazioni agli impianti di trattamento dei rifiuti.
ASTORRE