Cento anni di vita nel segno del lavoro e della famiglia. Aurica Manzini, classe 1920, ha compiuto oggi il secolo di vita e l’ha voluto festeggiare nel suo negozio di abbigliamento in via degli Oleandri ad Aprilia, aperto negli anni sessanta e ancora attivo.
Madre di Claudio e Roberta, nonna di 4 nipoti e due volte bisnonna, Aurica ha ancora la lucidità di una ragazzina: sveglia prestissimo la mattina, pulizie di casa e poi via per seguire la messa delle 8.30 alla chiesa di San Michele. Al termine, un po’ di spesa, il rientro a casa e la preparazione del pranzo («Tira ancora la sfoglia a mano», rivela la figlia Roberta), non prima di essere passata nel suo negozio. «Mi tengo sempre impegnata, lavoro tanto perché se mi siedo mi annoio, mi sento malata», rivela Aurica, arrivata ad Aprilia nel 1940 dalla Romania, dove è nata e dove ha imparato a cucire all’età di 12 anni. La famiglia Manzini è una delle tante che da Rovigo nel 1878 partirono per la Romania per avviare una risiera e rientrarono nel 1940 richiamati in patria dal fascismo. Si trasferirono prima a Campo del Fico, poi in centro ad Aprilia, in via degli Oleandri dove vive ancora oggi. «Ho visto Benito Mussolini – racconta Aurica – era grassottello, ma non lo scriva altrimenti mi arrestano». «Aprilia non esisteva, c’era la piazza, la chiesa, qualche casa e basta. Quando oggi vedo quanto è diventata grande la mia città, mi meraviglio. Ricordo ancora di aver visto le battaglie successive allo sbarco di Anzio dal balcone di casa. Il cielo di notte si illuminava con le bombe. Gli americani potevano arrivare a Roma in pochi giorni, ma hanno aspettato pensando che ci fossero i tedeschi qui. Ma i tedeschi non c’erano».
Aurica conobbe il marito Ornello Riccetti durante la guerra. «Era un soldato telegrafista, venne a casa nostra per motivi di servizio, poi tornò altre volte. Gli dissi: a questo punto sposiamoci». Ornello è stato poi un dipendente Sip ed è venuto a mancare nel 1982.
Oggi la neo centenaria indossa con disinvoltura la mascherina: «Questo virus passerà», spiega, ricordando i giorni del lockdown, «quando non potevo andare a messa. Questo è stato il dispiacere più grande». Aurica non ha una ricetta per la longevità: «Bisogna sempre lavorare e tenersi impegnati, stare attenti a quello che si mangia, ma soprattutto, e lo dico ai giovani, fate una vita serena, tanto quello che deve succedere succede. Come dico sempre: finché c’è vita c’è speranza».
Stamattina a farle gli auguri al negozio sono passati tanti parenti, amici, clienti storici e l’assessore alle politiche sociali Francesca Barbaliscia, che le ha portato in dono due stampe della Aprilia appena fondata e lo stemma del Comune, poi le ha fatto indossare la fascia da sindaco, che Aurica ha indossato con straordinaria naturalezza.