Non solo la Polizia Stradale, ma anche i Carabinieri puntualmente procedono con il controllo alla circolazione stradale verificando lo stato di ebbrezza alcolica nei conducenti. Sorprendentemente, sono sempre di più coloro che si mettono alla guida in evidente stato di alterazione, noncuranti non solo del rischio per loro stessi, ma anche per gli altri. Lunedì scorso i carabinieri del Reparto Territoriale ne hanno beccati ben quattro che superavano abbondantemente i limiti di legge per quanto riguarda il tasso alcolemico. I controlli sono stati fatti tra via dei Rutili e via La Gogna, zone al confine con Ardea.
Queste persone rappresentano un pericolo alla circolazione stradale: rischiano di provocare incidenti mettendo a repentaglio la vita di coloro che invece stanno attentissimi al volante, evitando di bere e seguendo il codice della strada.
Eppure, c’è chi nega l’evidenza. In modo particolare gli stranieri fino alla fine cercano di far valere la loro idea: nessun bicchiere di troppo, nonostante il “palloncino” dica altro. La tirano per le lunghe, tardando il più possibile la famigerata “prova”. Gli italiani sono un po’ più onesti con loro stessi, conoscendo la legge. Chiedono clemenza ai carabinieri, che non possono fare altro che applicare la legge. Non esistono raccomandazioni, amici di amici, “lei non sa chi sono io”: con la prova dell’etilometro sono tutti uguali, ricchi e poveri, giovani e vecchi. Una sorta di livella alla Totò. La scusa più usata dai ragazzi che hanno bevuto? L’addio al celibato. Approfondendo la vicenda con qualche domanda più specifica – magari tentando di dare un briciolo di fiducia agli automobilisti – i Carabinieri fanno venire a galla la verità: nessun addio al celibato. Solo incoscienza. Oltre alla patente ritirata e ai punti decurtati.