INCIUCIO DI INTERESSI
Ma a ben guardare, tra i sicuri “beneficiari” dell’iniziativa, certamente c’è anche uno stuolo di funzionari, consulenti, tecnici e progettisti che incasseranno (almeno potenzialmente) un bel gruzzolo per le loro prestazioni. Anche se l’opera non dovesse mai realizzarsi. Il tutto condito da un’inquietante situazione che va oltre gli ormai classici conflitti di interessi. Il trucco sta nel solito cavillo legislativo che solo pochissimi addetti al settore conoscono e fanno applicare. È quello che stabilisce degli incentivi economici ai funzionari pubblici che, all’interno di una specifica amministrazione, progettano direttamente una determinata opera che l’ente intende realizzare o sovrintendono alla progettazione esterna. Il riferimento è all’articolo 92, comma 5 del Decreto Legislativo n. 163 del 2006, Codice dei Contratti degli Enti Pubblici. Questa norma stabilisce l’erogazione di tali incentivi economici nella misura del 2% sull’importo totale stimato per l’esecuzione dell’opera stessa. L’incentivo viene elargito in aggiunta allo stipendio ordinario degli stessi funzionari. Era stato concepito come un “risparmio” per le amministrazioni che dànno appalti, per limitare le spese di progettazione esterna, ma funziona come una sorta di “progettificio”: più progetti si approvano e più si guadagna. Una manna dal cielo per i lobbysti che voglino piazzare le loro opere, ma anche per i funzionari pubblici che le devono valutare. Va da sé che l’importo stimato per il “tram-bus–metro” di Latina è di 139 milioni di euro. Fatti due calcoli, il 2% vale un gruzzolo tra 2 e 3 milioni di euro. Non possiamo specificare la somma esatta, perché la norma rimanda ad un regolamento interno alle amministrazioni. Regolamento che solo gli interessati conoscono. Sarà per questo che la passata amministrazione si è dotata di uno specifico Ufficio Grandi Opere? Che poi è come dire che alle opere pubbliche più piccole ci deve pensare qualcun altro che percepisce solo il proprio stipendio?
Non a caso di solito la fetta più grossa di questa torta va al cosiddetto RUP (Responsabile Unico del Procedimento); cioè chi sovraintende a tutto il progetto e che di solito è il Dirigente capo del settore opere pubbliche dell’amministrazione procedente. Un’altra grossa fetta va ai progettisti, sia per le elaborazioni preliminari che per quelle definitive ed esecutive. Le altre fette relativamente più piccole vanno alla direzione dei lavori e ai collaudatori dell’opera. E nel nostro caso alcune di queste fette sono state già spartite. Infatti il Comune di Latina, per la progettazione dell’opera, ha affidato all’esterno la redazione degli elaborati tecnici (coordinata dallo stesso “progettista-assessore” a L’Aquila, l’Ing. Sergio De Paulis), mentre ha assegnato ai propri funzionari tutta la parte della verifica (ora rivelatasi alquanto carente). Verifica passata attraverso un bando tra aprile e giugno 2006, per “l’affidamento dei servizi tecnici di Ingegneria relativi alle attività di supporto per il Responsabile del Procedimento, esclusa la validazione del progetto, per l’appalto dei lavori di costruzione della Linea 1 e Linea 2 della tramvia leggera”. Appalto per il quale inizialmente sono stati stanziati 878.902,53 euro, poi saliti a 1.098.628,16 dopo la richiesta di chiarimenti da parte dei concorrenti. L’appalto è stato vinto da una A.T.I. (Associazione temporanea tra imprese), composta dalla VIA Ingegneria Srl, dalla Sytra S.A. (società di progettazione francese), dall’Ing. Angelo Cimini e dall’Ing. Massimo Panini (ex Vicesindaco ed Assessore al Comune di Latina).
Dunque, ora possiamo tirare le somme. Siccome l’allora Sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo il 25 settembre 2007 ha firmato una convenzione con una società che esiste solo sulla carta, per la realizzazione di un progetto inutile, costoso e dannoso, adesso si dovrebbe realizzarlo lo stesso perché le penali che il Comune dovrebbe pagare se si ritirasse dall’affare sarebbero un male maggiore per le esangui casse pubbliche. Il progetto è stato approvato solo a fine novembre 2009, mentre nel frattempo l’argomento era stato iscritto all’ordine del giorno per ben 25 sedute del Consiglio Comunale e sistematicamente rinviato perché inserito sempre in fondo alla lista degli argomenti da trattare. Progetto alla cui stesura ed elaborazione hanno partecipato una pletora di funzionari e di tecnici (interni ed esterni), regolarmente pagati ed “incentivati”, che però non si sono accorti che stavano dando una “bufala” ai cittadini, come attestato dalla perizia del Prof Franco Cardi chiesta dal Commissario Nardone. Insomma, anche per i trasporti si dovrebbe replicare lo stesso film gia visto da queste parti con la privatizzazione dei rifiuti e dell’acqua. Solo che questa volta la proiezione in anteprima probabilmente avverrà in Tribunale. C’è da scommetterci.