La Regione continua a non avere una strategia per risolvere l’emergenza rifiuti di Roma e provincia. Approssimazione è la parola d’ordine: si viaggia sempre sul filo dell’emergenza e delle soluzioni tampone, anche se non percorribili.
L’ultimo problema riguarda il tritovagliatore mobile della discarica di Collefagiolara, a Colleferro, autorizzato nel 2014 da un’ordinanza del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la numero Z00001 del 27/2/2014 che prevedeva l’abbancamento della frazione combustibile e il trattamento anche fuori Regione della frazione organica. Tutto questo è costato circa 170 euro a tonnellata anziché 120. Questa differenza di costi li ha rimborsati la Regione Lazio alla Lazioambiente senza far subire maggiorazioni di costi ai Comuni che conferivano a Colleferro.
Dal 10 settembre 29 comuni che conferivano i rifiuti a Colleferro saranno costretti a conclamare l’emergenza, perché il tritovagliatore dovrà chiudere i battenti: lo impone una sentenza del Tar che censura pesantemente quella stessa ordinanza. I 29 comuni romani che conferiscono in quel sito dovranno cercarsi un impianto dove trattare l’immondizia tal quale. L’Agenzia di stampa Dire riporta di una riunione, martedì scorso, presso l’assessorato regionale ai Rifiuti alla presenza del neodirigente Flaminia Tosini, dell’amministratore unico di Lazioambiente (proprietaria della discarica e dei due inceneritori) Vincenzo Conte e dei rappresentanti dei 29 Comuni ai quali sarebbe stata sottoposta la seguente ipotesi di risoluzione del problema: inviare i rifiuti a trattamento attraverso la società pubblica Lazioambiente presso l’impianto tmb di Rida Ambiente ad Aprilia.
“Mi sembra strano – tuona l’Amministratore unico di Rida Ambiente Fabio Altissimi – che la Regione voglia risolvere un problema con noi, piuttosto caricherà i rifiuti su Marte o su Giove, piuttosto che alla Rida Ambiente”. Sull’arrivo ad Aprilia dei rifiuti di Colleferro: “Ho ricevuto solo una pianificazione secondo la Lazioambiente, che è la società che gestisce la discarica di Colle Fagiolara, che propone sostanzialmente l’invio dei rifiuti a Rida Ambiente dei 29 comuni a mezzo della Lazioambiente, con una maggiorazione di costi di circa 30 euro a tonnellata”, spiega Altissimi.
A questo punto c’è da fare un po’ di storia per capire meglio quali siano i rapporti tra Rida e Regione. Il 24 dicembre scorso Rida terminò le quantità annue autorizzate. Quello stesso giorno la Regione Lazio scrisse ai Comuni una lettera (nota prot 191297) a firma del direttore Manetti, invitandoli a rivolgersi alla Saf di Frosinone, facendo sopportare a questi Comuni maggiori costi per 300 mila euro. Il giorno prima la Regione si era preoccupata di scrivere alla Saf e al termovalorizzatore gestito da Aria (lettera prot. 189603 del 23 dicembre), chiedendogli la disponibilità ad accogliere questi rifiuti. La Saf gli ha risposto la vigilia di Natale (prot. 775 del 24/12) dando disponibilità ai conferimenti.
“Noi siamo costretti a cercare rifiuti non solo da fuori Ato, ma da fuori Regione per poter sostenere i costi e pagare i dipendenti, questo perché la Regione Lazio non ci manda i rifiuti”, conclude Altissimi; “nonostante ci sia un’emergenza di circa 1200 tonnellate al giorno, Rida non ha nemmeno quelli del proprio Ato, così come impone la legge. Pare che solo qui sia concesso senza alcuna autorizzazione a conferire i rifiuti nell’Ato limitrofo, nonostante le infinite disponibilità di Rida. Questo è il paradosso: ci dovremo cercare i rifiuti da fuori Regione, mentre Comuni del nostro Ato vanno a conferire a Frosinone”. Questa è la Regione Lazio: un insieme di contraddizioni.