Anas fa ricorso al Tar contro il Comune di Pomezia, che a ottobre scorso, attraverso un’ordinanza del dirigente del settore Ambiente, ha imposto all’ente gestore della Pontina di rimuovere i rifiuti presenti ai bordi della strada statale, emersi dopo le operazioni di sfalcio del verde, nel tratto che ricade nel territorio pometino. Il Comune ha quindi dovuto nominare un avvocato difensore per opporsi al ricorso di Anas, che chiede al Tar del Lazio di annullare l’ordinanza del dirigente.
L’8 ottobre scorso la polizia locale di Pomezia, durante un controllo sul tratto della Pontina che ricade nel territorio comunale, ha rilevato che “l’ente concessionario della strada ha provveduto al taglio della vegetazione spontanea presente sul ciglio stradale, ma non ha provveduto alla rimozione dei numerosi rifiuti abbandonati nella predetta area”.
Basandosi su questo verbale dei Caschi bianchi, il dirigente del settore Ambiente e Urbanistica ha firmato l’ordinanza che imponeva ad Anas, entro 7 giorni, di provvedere “alla rimozione dei rifiuti presenti lungo i bordi della predetta arteria stradale, ricadenti nel territorio di questa Amministrazione comunale, all’interno e in prossimità delle cunette”. Se Anas non avesse provveduto, sarebbe stato il Comune a eseguire la pulizia, addebitandone però i costi alla società del gruppo FS.
Ora il ricorso di Anas al Tar per l’annullamento dell’ordinanza dirigenziale. Il 4 gennaio il Comune ha affidato l’incarico di patrocinio legale all’avvocato che difenderà le ragioni della pubblica amministrazione. La questione sarà quindi dibattuta in tribunale.