Il fenomeno dell’erosione delle spiagge è stato il focus di una conferenza stampa di ampia portata organizzata questa mattina dal comune di Sabaudia. Un appuntamento importante che ha visto la partecipazione trasversale delle parti coinvolte. Sono molti gli aspetti approfonditi sull’argomento legati all’importanza della tutela di un ecosistema fragile, segno distintivo delle spiagge pontine, ovvero l’area costiera che si estende da Torre Astura al promontorio del Circeo.
«La duna va intesa parte di un unico sistema con la spiaggia sommersa e quella emersa. In particolare i sedimenti nell’area di riferimento si spostano da nord a sud con una cerca costanza durante l’anno ma con capacità variabile che vanno dai 25mila metri cubi nella parte più a nord e diventa quasi zero nei pressi del promontorio del Circeo – spiega il ricercatore dell’Enea Sergio Cappucci –. La costa è colpita da mare di Libeccio che ne determina il fenomeno erosivo ma è senza dubbio una delle aree più studiate nel Paese». Ambiente che nel corso degli anni è stato più volte oggetto di interventi, oggi avanzati tecnologicamente anche alla luce dell’esperienza acquisita e sulle risultanze riscontrate. «Negli anni 2000 si è intervenuti a Foce Verde con piani di contenimento attraverso l’utilizzo di scogliere e prelievi a largo con ripascimento a riva. Un’opera che ha poi nel corso degli anni ha evidenziato tutte le necessità di manutenzione, di fondamentale importanza da prendere a riferimento al momento della programmazione. Oggi, proprio a Foce Verde, insiste un fabbisogno notevole di spiaggia».
Forte l’interesse della tematica mostrata dalla Regione Lazio sul tema attraverso le parole dei consiglieri regionali Enrico Forte, per il quale «si può valutare di cogliere l’opportunità di sviluppo e di economie virtuose da una situazione critica quale l’interdizione di tutto il lungomare di Sabaudia al traffico veicolare spingendo contestualmente sulla mobilità sostenibile ed il trasporto pubblico elettrico» e Salvatore La Penna secondo cui «la tematica assume valenza strategica per il nostro territorio»; dell’Assessore all’ambiente Enrica Onorati che ha specificato che «è intendimento entro il 2021 arrivare a dama per ciò che riguarda l’approvazione del Piano del Parco» di cui l’ambiente dunale è parte in causa; del Dirigente Sergio Celestini dell’Assessorato ai Lavori pubblici che ha “snocciolato” i dati di investimento messi a disposizione dalla Regione per gli interventi del lungomare quali gli oltre 5 milioni per il tratto tra Foce Verde e Capo Portiere a Latina nel 2020; 1 milione e 300 mila euro e 1 milione e 200 mila rispettivamente per Fondi e Terracina per il 2021.
Ma quali sono gli interventi da attuare? «L’ingegneria naturalistica ha dimostrato quasi per caso, nel corso del tempo, di rispondere meglio di qualunque alla necessità di fronteggiare l’erosione – spiega l’ex sindaco di Sabaudia e geologo Nello Ialongo. Quando negli anni 90 a seguito del contrasto alle costruzioni cementizie sulla spiaggia vennero sostituite con recinzioni in cannucce, non si pensava che queste potessero costituire anche una protezione naturale di rinforzo della duna. Oggi possiamo constatare che laddove sono presenti queste strutture c’è stata un’importante salvaguardia della spiaggia». Ingegneria ambientale che trova il pieno appoggia anche dei referenti intervenuti dell’Ente Parco che evidenziano come anche «la piantumazione di essenze arboree quali il ginepro svolgono un’eccellente opera di conservazione attraverso le radici», progetto questo già avviato in via sperimentale su porzioni di duna costiera. La spiaggia è risorsa naturale ma anche, soprattutto economica. «A Sabaudia è necessario procedere con immediatezza e concretezza per salvaguardare l’intero comparto economico già fortemente danneggiato», ha sottolinea Mario Gangi, referente provinciale dei balneari. Categoria questa che è in prima linea per fronteggiare l’erosione e il cui ruolo diventa fondamentale soprattutto per arginare i fenomeni apportati dalle acque meteoriche. Esigenza di interventi a cui ha risposto positivamente il sindaco Giada Gervasi, sottolineando come in primavera partirà la realizzazione delle prime opere ritenute urgenti e fondamentali e che ruoteranno attorno al posizionamento di barriere tecnoreef, strutture sommerse nate originariamente per il ripopolamento ittico che hanno ricadute positive sul contrasto all’erosione, e al ripascimento morbido con il riposizionamento dei volumi sedimentosi prelevati dalle foci dei canali, Caterattino su tutti, e dalle cave di sabbia a largo. Si parla di opere per 39 milioni di euro. Sempre dal comune, attraverso l’intervento dell’assessore Pio Tacconi, arriva anche la proposta della costituzione di un tavolo tecnico permanente con molteplici obiettivi tra cui il costante monitoraggio del fenomeno erosivo-ambientale, valutare le opportunità di reperimento di risorse economiche. E nella considerazione che nel recovery plan, su cui in questi giorni si gioca la partita del governo, vengono messi a disposizione 9,4 miliardi per la tutela e la valorizzazione del territorio, non appare poca cosa.