Proscioglimento per tutti. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Valerio Savio, ha disposto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo e gli altri nove imputati nell’inchiesta sulla metropolitana leggera. Prosciolti dunque Zaccheo, l’ex dirigente comunale Lorenzo Le Donne, l’avvocato Giovanni Pascone, componente della commissione giudicatrice, il direttore dei lavori Vincenzo Surace, gli imprenditori Pierluigi Alessandri e Aldo Bevilacqua, legali rappresentanti della società Metrolatina, gli imprenditori Mauro, Irene e Susanna Gemmo, e Cecilia Simonetti, legale rappresentante della Sacaim, accusati a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso d’ufficio e falso. Entro 30 giorni verranno depositate dal giudice le motivazioni della sentenza. Secondo gli inquirenti, attorno alla metro sarebbe stata consumata una truffa milionaria senza arrivare neppure alla realizzazione dell’opera. Il progetto della metropolitana leggera doveva portare a collegare il centro cittadino con Latina Scalo e con i quartieri Q4 e Q5, venne affidato dalla giunta comunale a Metrolatina, un raggruppamento di imprese composto da Sacaim spa, Gemmo spa, Costruzioni Iannini, Atral scarl, e Montele srl, ma per gli inquirenti l’intera operazione sarebbe stata solo frutto di forzature e il finanziamento sarebbe stato ottenuto dal Cipe ingannando il Ministero dei trasporti, facendo finire nelle case di Metrolatina 3.663.000 euro come acconto sul primo stato di avanzamento lavori nonostante non fosse stato aperto neppure il cantiere, destinando quel denaro all’acquisto dei vagoni dalla società produttrice francese. La Guardia di finanza aveva quindi sequestrato agli imputati beni per oltre tre milioni e mezzo di euro e il gip Giuseppe Cario aveva convalidato il sequestro patrimoniale, evidenziando che il contributo regionale previsto in base ai chilometri che avrebbe percorso la metro e al numero dei passeggeri, alla base del finanziamento ottenuto dal Cipe, non era mai stato approvato dalla Regione, non essendo stato rinvenuto un atto in tal senso. Il giudice aveva poi sottolineato che i fondi erano stati ottenuti garantendo al Ministero, l’8 novembre 2005, che per l’infrastruttura c’era un progetto definitivo, quando invece l’incarico anche per la progettazione venne affidato a Metrolatina solo nel 2007, il progetto adottato dal consiglio comunale nel 2009 e la relativa variante urbanistica disposta soltanto nel 2011. Tutto prescritto e sequestri revocati. L’ultimo ostacolo per il ritorno in campo di Zaccheo alle prossime elezioni amministrative sembra rimosso.
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