Vincenzo Zaccheo ha tenuto una conferenza stampa in merito alla vicenda Metrolatina. Il 18 gennaio, infatti, il giudice ha disposto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per l’ex sindaco e gli altri nove imputati nell’inchiesta.
Nell’incontro che si è svolto al circolo cittadino, ha partecipato anche l’avvocato di Zaccheo Leone Zeppieri che ha spiegato che «ho presentato tre istanze di sollecitazioni per la fissazione dell’udienza preliminare – ha dichiarato – . Le difficoltà di fissarla erano ovvie e cioè la mancanza di aule adeguate per ospitare processi con un alto numero di imputati e avvocati e il fatto che il Gup non poteva fissare più di due udienze al mese. Finalmente il processo è stato fissato e siamo arrivati alla conclusione. Il Gup si è espresso con un’istanza di proscioglimento nei confronti degli imputati e la vicenda, dal punto di vista giudiziario si è conclusa. A noi viene contestato un reato di truffa attraverso il pagamento avvenuto in data 16 febbraio 2011. Il pagamento fu disposto dal commissario prefettizio Nardone e ricordo a tutti che da maggio 2010 Vincenzo Zaccheo non era più Sindaco del Comune di Latina e non ricopriva più cariche istituzionali che avrebbero potuto legittimare l’atto». Secondo la versione di Zaccheo chiarita dall’avvocato, dunque, la sua posizione non sarebbe potuta in ogni caso essere oggetto di contestazione.
L’ex Sindaco ha voluto ringraziare tutti gli amici che l’hanno sollecitato a uscire quando si era chiuso dentro casa, costernato per quanto accaduto. Ha voluto, infine, spiegare la sua versione dei fatti da quando «il consiglio comunale del 2004 ha votato all’unanimità un emendamento per reperire le risorse» per far decollare il trasporto pubblico, a quando «il Cipe ha ritenuto il progetto meritevole finanziandolo 81 milioni», all’ok della Regione Lazio «arrivato il 5 giugno del 2006» fino ai problemi e dubbi sollevati in merito alla sostenibilità dell’opera e concludendo ricordando che «se non si realizza quell’opera pubblica, bisogna restituire quelle somme». Riguardo a questo aspetto, Zaccheo ha ribadito la volontà di rilanciare l’opera. Da Sindaco «La porterei avanti fino alla morte. Rivisiterei quel progetto, mi incontrerei con il ministro di competenza per cercare di trovare una soluzione al problema che non ho creato io e, molto probabilmente, vedrei se c’è un sistema migliorativo rispetto al precedente per avere un collegamento dalla stazione al mare». Importante sottolineare che Zaccheo ha voluto salutare e ringraziare Claudio Durigon (Lega) con cui, secondo alcune voci non ufficializzate, è in corso un dialogo in merito alla possibile ricandidatura a Sindaco. «Ho amato e amo tanto questa città, non gli avrei mai potuto fare questo torto – ha concluso Zaccheo -. Credo sia importante riappropriarsi della verità, non soltanto per quello che riguarda la mia posizione. Mi hanno cercato di uccidere. Un uomo che viene ferito gravemente e non ucciso ha naturalmente la voglia di riscatto».
Riguardo alla possibile ricandidatura, non ha sciolto le riserve. «È una domanda alla quale non voglio rispondere. Due anni fa sono stato avvicinato da alcuni dirigenti di Fratelli d’Italia e Lega. Entrambi sono venuti da me dicendo quello che ha perso la città quando sono andato via e dicendo che ritenevano che potessi candidarmi io a Sindaco. Ho risposto che prima volevo avere giustizia sul video e sulla metro, per essere al di sopra di ogni sospetto. Ci hanno pensato i tribunali a darmi ragione. Ora sto osservando e valuterò».