La società Colle Verde, dal 2019 affittuaria di una parte della discarica di Albano-Roncigliano e intenzionata a riavviare il sito industriale, ha inviato in redazione una nota con cui risponde ai residenti che vivono nell’area vasta ricompresa tra i comuni di Albano, Ardea e Pomezia che in un nostro e precedente articolo avevano sollevato notevoli e molteplici criticita sul progetto di ripartenza dell’immondezzaio classe 1979. “Innanzitutto una breve considerazione – sostiene Cristiano Cesaro, amministratore della Colle Verde srl – siamo del 2021, con grande fatica stiamo cercando di uscire da un disastro prima sanitario poi economico ed ancora sociale, che ha colpito tutti e che pur tuttavia ha portato grandi insegnamenti: il maggiore è che il passato resta tale, non lo possiamo cambiare ma il futuro è nelle nostre mani. Possiamo -dobbiamo- tutti insieme lavorare per ri-consegnare ai nostri figli un modo migliore di quello che noi stessi abbiamo trovato. Da parte mia non perderò mai la speranza che questo sia possibile e mi impegnerò per questo. Come già ho avuto modo di dire nel mio precedente articolo, la riconversione tecnologica dell’impianto in oggetto proietta il sito di Albano verso una nuova epoca nel pieno rispetto delle nuove e severe normative europee che gli stati membri sono tenuti a rispettare. Dobbiamo al più presto cambiare rotta ed imboccare la via della Transizione Ecologica. E’ una priorità, non c’è più tempo. e non lo dico io… * va cambiato il modello di consumo: l’attuale modello di economia lineare (acquisto, consumo, butto), va velocemente “buttato” e sostituito con il modello di Economia Circolare: (acquisto, consumo, riduco lo spreco, riutilizzo, riciclo). * dobbiamo ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 che come si sa è responsabile di enormi disastri idrogeologici -in Italia in modo particolare – e del cambiamento climatico a tutti visibile, fenomeno quest’ultimo i cui effetti legati all’immigrazione ambientale e climatica è appena agli inizi: milioni di persone sono già oggi pronte a partire da zone che si stanno velocemente desertificando dell’Africa e del Medio Oriente. Questo fenomeno è tanto preoccupante che l’EU è impegnata in prima linea per combattere la desertificazione di ampie zone dell’Africa subsahariana. * dobbiamo trattare i nostri rifiuti secondo le nuove normative con rinnovata capacità tecnologica, impiegando le più recenti soluzioni a zero impatto e rispettose dell’ambiente e della salute umana. Queste sono le premesse alla base del nostro agire, che non intendiamo in alcun modo disattendere. Andrea, Francesca, Silvana, Amadio, e Filippo nell’articolo comparso su Caffè TV del 20 gennaio, esprimono una serie di preoccupazioni, innanzitutto condivisibili, alle quali attraverso le pagine del Vostro giornale, vorrei provare a dare una prima sintetica risposta, anche se vorrei poter approfondire e dialogare di persona su argomenti tanto importanti. Per questo sarò sempre disponibile. Innanzitutto condivido la preoccupazione per la salute che è la cosa che ciascuno ha di più prezioso. Non possiamo permetterci di danneggiarla o comprometterla. Per questo nel nostro progetto abbiamo adottato una serie di presidi e di tecniche tali per cui non vi saranno disagi (odori) o rischi di alcun tipo. Ribadisco fermamente che i rifiuti che arriveranno all’impianto saranno esclusivamente i rifiuti che il giorno prima (od anche lo stesso giorno) erano in tavola nei Comuni dei Castelli Romani: scarti di cucina, imballaggi in vetro e plastica, metalli (bottiglie di vetro e plastica, lattine), oppure in giardino, sfalci, potature ecc. Tutti prodotti raccolti in modo differenziato nell’area. Null’altro. L’impianto sarà a servizio esclusivo dei Comuni dei Castelli Romani e non arriveranno rifiuti al difuori di questo territorio per cui l’impianto è stato dimensionato. Ricordo infatti che i Comuni dei Castelli Romani raggiungono elevate percentuali di raccolta differenziata e non vi sono sufficienti impianti sul territorio per tutte le tipologie raccolte. La scarsità di impianti di destino ha come conseguenza grandi disagi gestionali e l’aumento delle tariffe a carico dei cittadini. L’impianto di bacino assicura un servizio commisurato alla necessita dell’area a tariffe eque e corrette al di fuori della logica di speculazione. L’impianto non produrrà “ecoballe” da portare all’incenerimento ma Prodotti, selezionati e conformi alle normative, da reimmettere nei cicli produttivi oppure nel caso del compost, in agricoltura biologica, restituendo ai suoli preziosa sostanza organica. Con queste poche righe non ho certo la pretesa di convincere nessuno ma ho, prima di tutto come cittadino, e successivamente come addetto ai lavori, il dovere di rappresentare le cose in modo equo e trasparente. Come stanno. Ciascuno di noi si potrà poi fare la propria opinione in merito. Tuttavia come detto abbiamo presente ed a cuore le preoccupazioni dei cittadini e sapremo dimostrare la nostra attenzione e serietà nei loro confronti !!! Concludo ricordando che recentemente due autorevoli e qualificati personalità del modo dell’informazione e dell’associazionismo ecologico e protezione del territorio come la dott.ssa Milena Gabanelli su Dataroom e l’ing. Stefano Ciafani sul sito di Legambiente si sono dichiaratamente spesi a favore degli impianti di taglia industriale, gli unici in grado di dare sollievo in modo concreto e virtuoso all’annoso problema dei rifiuti, dando certezze gestionali di massimo livello”.
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