Quanto scoperto a casa di un giovane di Latina deve aver fatto remare le vene ai polsi anche di investigatori come quelli della polizia postale, avvezzi a navigare nella peggiore melma che si trova sul web. Su una serie di hard disk e vari dispositivi informatici, sequestrati a un 24enne che vive con i genitori alla periferia del capoluogo pontino, sono stati trovati un migliaio di video pedopornografici, con bambini di età compresa, all’incirca tra i 2 e i 5 anni, tutti di sesso maschile, sottoposti ad irripetibili abusi sessuali. Non si sa dove siano state girate quelle immagini raccapriccianti, quale mercato vi si nasconda dietro, ma quel che appare piuttosto certo è che vengono scambiate attraverso un network internazionale, di cui non è ancora ben chiaro come vi sia inserito l’operaio pontino, un incensurato, dipendente di una ditta della zona. Man mano che sui computer della Postale iniziavano a materializzarsi quelle immagini, quella infinita galleria di sofferenze con protagonisti dei bimbi, deve essere scattato l’allarme rosso. Tanto che per il 24enne è stato subito disposto l’arresto. Il giovane era incappato in un’indagine internazionale, partita dal Nord America. Gli investigatori d’oltreoceano, per lui come per diversi altri utenti scoperti mentre si scambiavano materiale pedopornografico tramite un canale social, hanno fatto partite una segnalazione. In Procura a Roma il sostituto procuratore Pantaleo Polifemo ha aperto uno dei tanti fascicoli con cui i magistrati stanno scrivendo la storia oscura della Rete. L’ipotesi era quella che il pontino avesse scaricato un solo file proibito e il magistrato ha disposto una perquisizione. La Postale di Latina ha bussato a casa del giovane per sequestrare pc, hard disk e altri supporti, con l’obiettivo di trovare appunto il file incriminato. Su quei supporti, scaricati e ben catalogati, sono invece stati trovati circa un migliaio di video di violenze sessuali indescrivibili. Un catalogo del male verso tanti bambini. Fatto, con ogni probabilità, a migliaia di chilometri di distanza e andato poi a soddisfare un mercato perverso su internet. A quel punto il sostituto procuratore di Latina, Daria Monsurrò, aperta una seconda inchiesta, sempre con l’accusa di pornografia minorile, ha ordinato l’arresto dell’operaio, che la polizia postale ha messo ai domiciliari. Il fascicolo finito sulla scrivania del magistrato è voluminoso: un condensato dell’orrore pedopornografico. E a interrogare il giovane, A.Z. le sue iniziali, sarà il gip del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota. Un’indagine appena agli inizi, per la quale agli investigatori occorrerà uno stomaco d’acciaio.
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