“Faccio un appello” è il tema della toccante lettera di Alessia Landi, studentessa del Liceo Vailati al 5° anno, scritta dalla ragazza di Albano in questi giorni di manifestazioni studentesche. Faccio un appello a tutti gli studenti che ogni giorno si alzano dal letto la mattina presto e vivono la loro giornata dall’inizio alla fine, traendo il meglio anche dalle piccolezze. Faccio un appello a tutti gli studenti che vivono le quattro mura di scuola come una seconda casa, e vedono i propri compagni come una seconda famiglia. Faccio un appello a tutti gli studenti che hanno piena consapevolezza dell’importanza che questi cinque anni scolastici avranno nella loro vita . O agli studenti che purtroppo non capiscano tale consapevolezza, non è un problema, in fondo sono qui per questo. A tutti gli studenti che in questi anni avranno modo di potersi creare e reinventare. A tutti coloro che prenderanno una strada, cambieranno idea e torneranno indietro o a coloro che correranno contro vento. Non abbiate paura di sbagliare, perché se c’è un momento giusto per farlo, è proprio ora. A tutti gli studenti che non si sentono limitati dal mondo per la loro giovane età. A tutti quelli che migliorando le cose attorno a loro, migliorano loro stessi in prima persona. A tutti quelli che credono nel cambiamento e lo applicano, cambiando loro stessi. A tutti quelli che apprezzano le semplici, piccole ma belle azioni e le proiettano in una prospettiva universale, con quella speranza e volontà di cui solo noi giovani siamo capaci. Quel senso di indistruttibilità di cui ci facciamo forza, non permettete mai a nessuno di privarcene. Faccio un appello agli studenti che nelle quattro mura di scuola coltivano i loro sogni, li rafforzano, li proteggono. Faccio un appello a quelli che i sogni sono stati costretti a lasciarli chiusi nel cassetto, perché la vita si è rivelata più difficile del previsto. Faccio un appello a quelli che hanno voglia di lasciare un segno, a quelli che non procrastinano la propria felicità, la propria realizzazione personale. Non proiettiamo i nostri sogni in un futuro incerto che a malapena comprendiamo. Attiviamoci ora, realizziamoci ora, cambiamo ora. Faccio un appello agli studenti che si preparano a diventare cittadini del mondo, che entrano bambini ed escono adulti. Faccio un appello ai più giovani, che vedono il mondo ancora travisato dall’innocenza, e sempre a loro che impareranno ad amarlo nonostante tutto. Faccio un appello ai più maturi che stanno per essere proiettati in una società molto più grande rispetto a quella cui erano abituati, e sempre a loro che guarderanno con nostalgia i ricordi della loro piccola parte di vita che li ha resi ciò che sono. Faccio un appello a chi invece di erigere muri ha costruito scale verso il cielo, a chi ha saputo andare oltre le mere conoscenze scolastiche, a chi ha saputo fare della cultura ali per volare e vedere il mondo in modo più chiaro dall’alto. Faccio un appello a chi ha vissuto la scuola come sfondo di traguardi, sconfitte, delusioni, soddisfazioni, amori e amicizie. La vita a scuola è un’ alterata proiezione in miniatura di ciò che ci si prospetta nel futuro, forse non sarà così facile allargare i propri orizzonti, abbiamo imparato a non dare mai nulla per scontato, sarà più doloroso, sarà più complicato. Ma prima di temere un futuro intoccabile, prima di pensare al nuovo Universo che ci aspetta fuori da queste mura, impariamo a vivere, amare, migliorare quello che attualmente è un piccolo satellite, può sembrare banale, ma non lo è.
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