Aveva sferrato 27 coltellate alla moglie dalla quale si stava separando. Adesso il giudice Giorgia Castriota del Tribunale di Latina ha confermato la condanna a 6 anni e 8 mesi per A.G.. I fatti risalgono all’11 settembre quando, all’interno della loro villetta a Borgo Hermada (Terracina), il 52enne ha tentato di uccidere la moglie, M.P., di 45 anni, aggredendola nel giardino di casa. La donna aveva già denunciato diverse volte il marito per maltrattamenti e violenze domestiche, che hanno portato alla decisione di separarsi. “Adesso ti devo uccidere”: così avrebbe detto il marito alla donna prima di bloccarla e iniziare sferrare colpi dai quali lei è riuscita a proteggersi, salvandosi la vita. Le urla della vittima hanno attirato l’attenzione di due vicini che hanno scavalcato il cancello della villa per fermare l’aggressore. All’arrivo dei vicini, l’imputato si è diretto nel retro di casa, dove ha preso un grosso coltello da sub e si è eviscerato. All’arrivo dei soccorsi, A.G. era in gravi condizioni ed è stato portato con l’elisoccorso al San Camillo di Roma e successivamente ricoverato al reparto medico del Regina Coeli, dove è detenuto. Il pubblico ministero Martina Taglione, vista la ferocia dell’atto e le precedenti aggressioni, aveva chiesto per l’uomo 10 anni di reclusione, richiesta alla quale si è associato l’avvocato di parte civile Luana Sciamanna. Alla fine il giudice ha stabilito per A.G. una condanna di 6 anni e 8 mesi di reclusione. Non è semplice per una vittima di aggressione riprendere in mano la propria vita. La donna dovrà convivere a lungo con le ripercussioni fisiche e psicologiche: per questo spera nell’aiuto delle istituzioni di Terracina, perché possa quanto prima riacquisire libertà sia economica che psicofisica, trovando un lavoro che la renda autonoma dal marito che ora è in carcere. L.A.
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