“Considerato che il daino è specie “parautoctona”, ossia non originaria del territorio, e che pertanto secondo la normativa vigente il suo areale non può essere oggetto di ulteriore espansione al fine di salvaguardare la diversità ecologica locale, gli animali acquisiti non potranno essere liberati in natura ma dovranno essere rilasciati esclusivamente all’interno di recinti.” spiega l’Ente Parco.
I daini non potranno in ogni caso essere trasferiti a più di 500 km dal sito di cattura e dovranno essere rilasciati preferibilmente in aree con caratteristiche climatiche simili a quelle della Foresta Demaniale, in maniera tale da non sottoporli a significative escursioni termiche nel periodo autunno-invernale. Maggiori specifiche sulle modalità di trasporto sono riportate nell’articolo 5 di ciascun bando.
L’INIZIATIVA
L’iniziativa rientra nel Piano gestionale del daino nella Foresta Demaniale che, allo scopo di tutelare la biodiversità dell’area protetta, prevede una rilevante riduzione della densità di popolazione della specie, stimabile oggi in poco meno di 1.800 esemplari. Per salvare la Foresta, uno degli ecosistemi più pregiati per cui l’Ente fu istituito nel 1934, ma anche per prevenire problemi di ordine pubblico (incidenti stradali), sanitario (la popolazione potrebbe fungere da serbatoio di patogeni) ed economico (danni all’agricoltura), il Parco ha dunque deciso di realizzare un programma di controllo del daino, che prende avvio con le soluzioni non cruente riportate nei bandi ma che, con ogni evidenza, dovrà proseguire con la messa in atto anche degli altri scenari previsti dal documento approvato dal Ministero dell’Ambiente e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.