La presenza della struttura, attestata in diverse fonti antiche e moderne, non aveva mai avuto riscontri tanto rilevanti quanto quelli arrivati ora. Le fondazioni erano state individuate nel 2008 ma non era nota l’esatta posizione dell’anfiteatro; il rischio concreto inoltre era che, nell’arco degli ultimi duemila anni, tutto fosse andato completamente distrutto.
Il terreno, ceduto da un privato al Comune di Fondi per consentire di avviare gli scavi, soltanto questa mattina, nel corso di un intervento finalizzato a suffragare le teorie formulate, ha restituito il reperto in tutta la sua straordinarietà.
Il primo indizio risale ad alcuni anni fa quando emersero frammenti di fondazioni, alcuni singoli cubilia (sezioni dell’opera reticolata) ma isolati rispetto alla struttura, e parti di un’antica necropoli, quest’ultima realizzata diversi secoli più tardi rispetto all’anfiteatro.
«La presenza di questo frammento perfettamente conservato – spiega l’archeologo che ha materialmente fatto la scoperta, Alfredo Moraci – attesta ulteriormente l’importanza di Fondi nell’antica Roma, soltanto le grandi città avevano infatti un anfiteatro. Una struttura tra le più rilevanti dell’antichità dal punto di vista dimensionale, pensata per accogliere migliaia di persone che accorrevano per assistere ai giochi dei gladiatori e alle venationes, ossia le cacce agli animali selvatici. La prosecuzione degli scavi potrebbe portare alla luce un’altra parte del perimetro ellittico, definendo le dimensioni e quindi l’importanza dell’antica struttura».
Il reperto rinvenuto è, tecnicamente, una porzione dell’anello esterno dell’anfiteatro. Il fatto che sia stato ritrovato un muro dell’alzata, in perfetto stato, a tal punto che i cubilia sono riconoscibili ad occhio nudo, fa ben sperare circa le condizioni delle restanti parti ancora sepolte.
Soddisfatta, manco a dirlo, l’amministrazione comunale.