Su questo come su altri importanti temi e risultati il M5S ha tenuto fede alle proposte programmatiche, per quanto si possa sempre fare meglio. Va però tenuto presente che un decennio di amministrazioni di Centrodestra hanno avuto un impatto catastrofico e la via del risanamento intrapresa è tutt’altro che semplice. Il PD, pur restando fermamente all’opposizione, si è dimostrato costruttivo (si veda il tema rifiuti, oltre alla tutela del territorio).
Oggi 5S e PD non solo non dialogano, ma sembra si siano scelti come acerrimi nemici. È un errore, perché se la matematica non è un’opinione, ne conseguono due ipotesi: o si vuole perdere volutamente, oppure si spera nel futuro sostegno di parti centrifughe delle destre. Invece la grossa parte del centro-destra dimostra compattezza nel voler ritornare ad amministrare. Uno scenario da “sindrome di Stoccolma”, nel quale si fa concreta la possibilità del ritorno di una destra che ha cementificato selvaggiamente, sacrificando la vivibilità del territorio alla logica del business.
Europa Verde vorrebbe sollecitare una riflessione, che non deve passare per la scelta del meno peggio. Occorre semmai contemperare le reciproche esperienze affinché divengano un valore aggiunto l’una per l’altra. Si renderà così chiaro al cittadino che da una parte c’è chi ha cementificato Marino, ne ha permesso la colonizzazione e il sacrificio al grande capitale, mentre dall’altra si schierano coloro che vogliono restituire il territorio alla vivibilità e alle esigenze dei Marinesi.
Si faccia allora un passo indietro tutt*, si parli di obiettivi politici e si decida un candidato che deve essere il garante di quegli scopi condivisi; si aiuti il cittadino nella scelta che dovrà compiere nella cabina elettorale, chiarendo le differenze tra le diverse opzioni. Attendiamo segnali dalle forze politiche per costruire un’unità di intenti, senza la quale – magari per rivendicare l’indisponibilità al compromesso – si eviterebbe forse il “meno peggio” ma si favorirebbe il pessimo: la sconfitta sarà certa, i risultati conseguiti in questi cinque anni saranno spazzati via e si favorirà il ritorno delle logiche di profitto del decennio 2005-2016. Non dobbiamo sacrificare il bene comune per mere esigenze di affermazione dei singoli. Dunque mettiamo da parte le pulsioni leaderistiche e pensiamo a rifondare una Comunità. Proviamo a costruire un progetto sociale e ambientale, di buona amministrazione e volto ad allargare i diritti. Marco Cacciatore, Filiberto Zaratti”.