DURO COLPO AL BENE COMUNE
Per chi ha a cuore i beni comuni e la gestione delle risorse mettendo al centro la persone e le comunità, nell’interesse di tutti, oggi e domani, questa è una vera disgrazia. Un passo che aggrava ancor più l’attuale scenario, dove i colossi del settore che già la trattino come tale, ossia come mero oggetto di lucro tra appalti e trucchi politico-affaristi. Basti pensare al referendum con cui gli italiani nel 2011 hanno chiesto formalmente, in modo chiaro e forte, di non trattare l’acqua come merce e di gestirla senza scopo di lucro.
OLTRE 40.000 FIRME IN POCHI GIORNI
A ribadire questi valori e a mettere in guardia oggi è la petizione firmata da 41mila persone, che ribadiscono il diritto all’acqua. Un appello che sostiene la denuncia del Relatore Speciale dell’ONU sul diritto all’acqua Pedro Arrojo-Agudo. La denuncia, arrivata l’11 dicembre scorso, ha espresso grave preoccupazione alla notizia che l’acqua, come una qualsiasi altra merce, verrà scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street.
SPECULAZIONI MONDIALI SULLA VITA
Avverte la petizione: «L’inizio della quotazione dell’acqua segna un prima e un dopo per questo bene indispensabile per la vita sulla Terra. Si tratta di un passaggio epocale che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese ed è una grave minaccia ai diritti umani fondamentali».
La petizione puoi leggerla QUI
PERSONAGGI CELEBRI DICONO “NO” ALL’ACQUA IN BORSA
A favore dell’acqua bene comune e quindi contro la quotazione dell’acqua alla borsa di Wall Street, non solo tanti cittadini comuni. Al loro fianco si sono schierate anche decine di personalità del mondo della cultura, dell’attivismo sociale e politico e dello spettacolo. Da scrittori di fama mondiale come Dacia Maraini e Roberto Saviano, a personaggi di fede e del volontariato come Padre Alex Zanotelli, autorevole voce della chiesa degli ultimi, e Gino Strada, fondatore di Emergency. Con loro anche celebrità della tv come Antonio Ricci, il “padre” di Striscia La Notizia, il comico Gene Gnocchi e Michele Serra, autore per tanti grandi comici ( ad es. Bisio o Beppe Grillo). Il loro appello si chiama “Quotazione in Borsa dell’acqua: NO grazie” lanciato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua a fine gennaio. La lista è lunga. In fondo pubblichiamo tutti i nomi dei personaggi.
GLI SQUALI NELL’ACQUA
“Di seguito, ecco il comunicato con cui il Forum dei movimenti per l’acqua dà notizia della petizione e spiega le ragioni del “No” all’acqua quotata come il petrolio in borsa. “L’attenzione molto rilevante di queste personalità evidenzia come la quotazione dell’acqua in Borsa segni un prima e un dopo per il bene più prezioso della natura e venga percepita come una minaccia reale per tutta l’umanità e per la prosecuzione della vita stessa sulla Terra. Si manifesta così una consapevolezza diffusa rispetto ai rischi derivanti dal sottoporre anche l’acqua, come qualsiasi altra merce, alla speculazione finanziaria aprendo così a scenari che inevitabilmente porteranno all’emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese”.
LA ROULETTE DEI PREZZI E L’ACQUA SCARSA
“Si apre una breccia – proseguono gli attivisti per l’acqua Bene comune – che renderà possibile scommettere, attraverso lo strumento dei “future”, sul prezzo dell’acqua regolato in futuro dalla legge della domanda e dell’offerta. Da qui la deriva inquietante per cui si guadagnerà di più se l’acqua diventerà via via più scarsa. La diminuzione della disponibilità per l’uso umano, in conseguenza del surriscaldamento globale e dei relativi cambiamenti climatici, è oramai una certezza che la comunità scientifica internazionale ribadisce da anni. L’IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, nel V Rapporto del 2014 segnalava che, per ogni incremento di 1 grado centigrado della temperatura, un ulteriore 7% della popolazione mondiale vedrà ridursi del 20% la propria disponibilità di risorse idriche”.
DIRITTO UNIVERSALE SOTTO I PIEDI
Non solo. Si prospettano catastrofi umanitarie, alla luce dei dati ricordati dai cittadini: “Mentre nel Rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del 2020 l’ONU afferma che 785 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile sicura e 4,2 miliardi di persone non hanno ancora accesso in modo sicuro a servizi igienico-sanitari. Questa operazione speculativa rischia di rendere vana nei fatti la fondamentale risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2010 sul diritto universale all’acqua che rappresenta un passaggio storico frutto di grandi mobilitazioni a livello globale per il riconoscimento del diritto all’accesso a questo bene”.
LA LEGGE RIMASTA NEI CASSETTI DEL PARLAMENTO… E LA LEGGE DEL LAZIO AFFOSSATA
La nota del Forum dei movimenti per l’acqua, fa appello ai vertici dello Stato: “Alla luce dell’interesse suscitato da questo tema siamo a richiedere un incontro al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e alla Presidenza di Camera e Senato al fine di consegnare le firme raccolte, sottoporre le nostre riflessioni e richieste che guardano in primis ad una presa di posizione ufficiale del Governo e del Parlamento contro la quotazione dell’acqua in Borsa, all’adozione di ogni iniziativa utile e misura concreta, al riavvio della discussione della proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” (A. C. n. 52) fino alla sua approvazione”. Ma è stata soffocata anche la legge regionale approvata dal Consiglio regionale durante la prima Giunta Zingaretti, a marzo 2014. Una legge esemplare e osannata subito dopo l’approvazione. Ma poi puntualmente sabotata dagli stessi politici che “dovettero” votarla sotto la spinta dei cittadini.
REFERENDUM SCHIACCIATO DA 6 GOVERNI
“L’auspicio – sperano gli attivisti – è che tali incontri possano svolgersi in occasione della prossima Giornata Mondiale dell’Acqua, in programma il 22 Marzo, che sarà incentrata sul tema fondamentale della valorizzazione dell’acqua”. Poco dopo, l’11 giugno, sarà il decismo anniversario del referendum per l’acqua bene comune. Allora una maggioranza schiacciante di italiani votò per questa scelta. Eppure ben 6 governi (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte) lo hanno affossato e dimenticato.
UN BUSINESS GIÀ IN ATTO IN ITALIA
A ben guardare, l’acqua di tutti è già una merce per le scommesse speculative di pochi. Come avviene nel Lazio da tempo. La nostra regione è stata prescelta negli anni ’90 come banco di prova (accordo Pd-Forza Italia) e collaudato finora. Basti pensare ai rincari delle bollette nel Lazio, dove a decidere sono i calcoli finanziari. Acqualatina, ad esempi, è “in mano” alla Depfa Bank in virtù di un complicato contratto con titoli “swap” derivatida 114,5 milioni di euro inzialmente negato ma poi ammesso di fronte alle evidenze delle nostre inchieste. La banca tedesca, per via di un particolare contratto votato da alcuni sindaci in passato, ha il diritto di veto sulle decisioni cruciali. Depfa Bank ha il controllo su circa il 72% delle quote in Acqualatina e in pratica, senza il suo “Sì”, non si muove una foglia. Dal canto suo Acea, teoricamente controllata da soci pubblici (Comune di Roma e della provincia romana), agisce sempre più secondo logiche finanziarie.
ACEA: ASSE 5STELLE – PD – FINANZA
«All’unanimità i sindaci, a partire da quello di Roma e Fiumicino (Esterino Montino, potente uomo del Pci-Pds-Ds-Pd laziale, ndr), hanno approvato una delibera e una tariffa che prevede aumenti enormi nei prossimi anni; garantisce ad Acea di continuare a fare lauti profitti (oltre 260 milioni di euro solo tra il 2018 e il 2019); non impone il blocco dei distacchi del servizio; condanna i romani e le romane a bere l’acqua del Tevere in grande quantità (3.000 litri al secondo)”. A fine novembre lo stesso Forum dei movimenti per l’acqua ha fatto raccontato il curioso meccanismo che sarebbe ormai impiegato dalla società romana anche essa a trazione francese data la partecipazione della multinazionale Suez.
MECCANISMI PERVERSI SULL’ACQUA
Ecco cosa rivelano gli attivisti per l’acqua bene comune alla voce “utili e meccanismi speculativi” sull’acqua: «Negli ultimi due anni ACEA S.p.A. ha realizzato interessi per oltre 110 milioni di euro per prestiti alla sua controllata ACEA ATO 2 (gestore idrico a Roma, Pomezia e Castelli Romani, ndr), dopo averne prelevato quasi tutti gli utili, la quale ha prodotto circa 130 milioni di euro all’anno. È evidente quindi che non c’è un problema di copertura dei costi e che la gestione dell’acqua nella capitale e dintorni è più che proficua. A che cosa servono, allora – domandano i cittadini – i 173 milioni di euro di conguagli assegnati al gestore se i costi sono tutti già coperti dai ricavi realizzati? Sono destinati solo ad aumentare l’utile: un regalo alla società madre Acea e ai suoi soci». Non solo, la municipalizzata del Campidoglio, ma di fatto devota dei gruppi privati, avrebbe messo in piedi un complicato gioco di società con stratagemmi finanziari gonfia-bollette. «Dall’analisi dei bilanci di Acea ATO 2 S.p.A. – affonda il Forum dei movimenti per l’acqua – si riscontrano numerosi meccanismi che fanno lievitare i costi tariffari a beneficio di Acea S.p.A. L’azienda ha infatti istituito con le sue controllate un rapporto di tesoreria (tecnicamente cash-pooling)».
OPERAZIONE FALLITA… MA ORA…
Da tempo Acea, come spieghiamo su queste pagine, cercherebbe di diventare il monopolista idrico nell’intero Lazio concentrando la gestione di tutti i servizi idrici nella nostra regione. Nel 2016 tentò di entrare nel gestore Acqualatina Spa. L’operazione avviata alla chetichella fallì miseramente, benché annunciata da Confindustria attraverso Federutility e dalla stampa economico-finanziaria. Il contratto era “secretato” e non avevano nemmeno interpellato i sindaci dei Comuni soci di Acqualatina né tantomeno avevano ottenuto l’obbligatorio ok, cosa prevista invece dalle norme che regolano questa società nella convenzione di gestione (il contratto tra soci privati e i vari Comuni soci).
ACEA PIGLIATUTTO: IL MONOPOLIO SDOGANATO DAI POLITICI
Adesso, mentre in America l’acqua viene lanciata alla Borsa di Wall Street come merce, fa passi da gigante il piano di concentrare tutto in Acea nel Lazio. La Giunta regionale guidata dal segretario nazionale del PD, Nicola Zingaretti, punta infatti a costituire un bacino-idrico unico per l’intero territorio regionale al posto gli attuali cinque che corrispondono alle province del Lazio: Roma, Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone. Esattamente come il nostro giornale spiega da oltre dieci anni. Ad esempio, leggi questa inchiesta. Sul monopolio idrico nel Lazio leggi QUI tutte le novità puoi leggerle QUI
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Personalità del mondo della cultura, dell’attivismo sociale e politico e dello spettacoloche hanno firmato la petizione contro l’acqua quotata in Borsa:
Dacia Maraini (Scrittrice), Nando Dalla Chiesa (Sociologo antimafia), Padre Alex Zanotelli (Missionario), Emilio Molinari (Ambientalista), Don Virginio Colmegna (Casa della Carità), Luciana Castellina (Personalità politica), Gino Strada (Medico), Moni Ovadia (uomo di teatro e cittadino europeo), Mimmo Lucano, Guido Viale (Economista ecologista)
Marco Caldiroli (Presidente Medicina Democratica), Gianni Tamino (Docente di biologia Università di Padova), Piero Basso (Costituzione Beni Comuni), Vittorio Agnoletto (Medico), Daniela Padoan (Pres. Associazione Laudato sì), Aldo Sachero (Medico), Giancarla Venturelli, Silvano Piccardi (Attore e regista)
Michele Papagna (ACEA ODV), Lella Costa (Attrice), Carlo Freccero, Veronica Dini (Avvocato e Presidente dell’Associazione Generazioni Future Milano – Movimento per i Beni Comuni), Ugo Mattei (Presidente della Società Cooperativa di mutuo soccorso intergenerazionale – Generazioni Future), Emma Zuffellato
Lidia Ravera (Scrittrice e giornalista), Bruno Gambarotta (Scrittore e giornalista), Eugenio Finardi (Cantautore), Vauro Senesi (Disegnatore), Maurizio Pallante (Saggista teorico della decrescita), Michele Serra (Giornalista), Alessandro Barbero (Storico), Massimo Carlotto (Scrittore), Daniele Biacchessi (Giornalista e scrittore), Roberto Saviano (Scrittore e giornalista)
Carlo Petrini (Presidente Slow Food Internazionale – Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Antonio Manzini (Attore, regista, scrittore), Armando Spataro (Già magistrato), Antonio Ricci (Autore televisivo), Dario Vergassola (Comico), Vito Mancuso (Teologo), Maurizio De Giovanni (Scrittore), Sabina Guzzanti (Attrice)
Gene Gnocchi (Comico), Alberto “Bebo” Storti (Attore), Marco Revelli (Politologo), Dori Ghezzi (Cantante), Tomaso Montanari (Storico dell’arte), Alessandro Bergonzoni (Comico), Ascanio Celestini (Attore), Beppino Englaro, Paolo Rumiz (Scrittore), Gherardo Colombo (Già magistrato)
Marco Paolini (Attore), Alberto Fortis (Cantautore), Gianni Farinetti (Scrittore), Riccardo Petrella (Economista), Grazia Francescato (Già Presidente WWF Italia, Verdi italiani ed europei), Roberto Romizi (Medico e Presidente Nazionale ISDE), Agostino Di Ciaula (Medico e Presidente Comitato Scientifico ISDE e Presidente ISDE Europa)