Ribadisce la ferma opposizione dell’Ente al progetto della società Paguro Srl, sottolineando tre concetti: «Innanzitutto Aprilia ha già dato, il nostro territorio è disseminato di rifiuti del passato e oggi abbiamo altri grossi impianti che lavorano l’immondizia, per cui chi di dovere – dice fuori dai denti il sindaco Terra – , la Regione Lazio e la Provincia di Latina non possono più esimersi dal trovare un altro sito idoneo alternativo».
«LA REGIONE COMMISSARI LA PROVINCIA!»
Dopo di che il primo cittadino lancia una “bomba” politico-istituzionale: «Zingaretti deve commissariare la Provincia di Latina sul tema rifiuti». Ricordiamo che il sito prescelto è la ex cava in zona La Cogna, al confine con Tor San Lorenzo e a soli 3 km circa da Lido dei Pini. L’area occupa 15,1 ettari, l’equivalente di 21 campi da calcio. Il progetto della Paguro prevede una prima fase per bonificare i terreni dai vecchi rifiuti sversati illegalmente nella ex cava. È stato anche questo il costo della pazzesca contraddizione pagata da questo territorio ai fabbricanti di farmaci, che tanto lavoro hanno dato qui coi loro stabilimenti di produzione di molecole e sostanze per salute umana. Si stimano 67.693 metri cubi di rifiuti scaricati illegalmente qui, anche tossici. Non solo. A fronte della bonifica di questi materiali, la Paguro propone di abbancare nell’area un volume 11 volte tanto di altri rifiuti, per complessi 750mila metri cubi, pari a circa 120 palazzi da 10 piani.
SE LA REGIONE BOCCIA IL PROGETTO,
IL COMUNE BONIFICHERÀ STAVOLTA?
Ma se la Regione dovesse bocciare anche questo secondo progetto di discarica della Paguro e salterà quindi la bonifica della Paguro, il Comune bonificherà finalmente l’area dopo il clamoroso flop delle bonifiche comunali decise e persino finanziate, ma fallite nel corso di quasi 27 anni?
Il sindaco dice che il Comune è pronto a fare la sua parte. «Abbiamo già la caratterizzazione dell’area – dice Terra – ma bisogna trovare i finanziamenti, speriamo anche di poter contare sul recovery plan dell’Unione Europa». La caratterizzazione, in pratica, è lo studio del sito su suolo e acqua con cui hanno individuato il tipo di inquinamento e di rifiuti presente e quindi le sostanze – anche cancerogene – da bonificare.
Due associazioni e due comitati con alcuni cittadini e tecnici, hanno ricostruito la tragicomica vicenda della bonifica ideata, decisa e abortita ufficialmente per un errore formale. Una sorta di dossier inoltrato all’Area rifiuti regionale lo scorso 8 marzo. Al Comune tanti anni fa era stato formalmente segnalato il caso degli sversamenti illegali in quella vecchia cava, secondo la meticolosa ricostruzione di atti e fatti riportata dai cittadini nelle loro osservazioni presentate in Regione. Qui pubblichiamo un estratto dell’incredibile report civico oggi al vaglio dell’ing. Furio Befani, il dirigente dell’Area bonifiche regionale, chiamato a decidere se autorizzare oppure no il progetto della Paguro.
L’INCREDIBILE STORIA DELLA BONIFICA DECISA,
FINANZIATA, APPALTATA… E MAI ESEGUITA
“Il 30 Agosto 1984 – scrivono i cittadini – infatti Aprilmacero, che gestiva la discarica autorizzata di Sant’Apollonia che dista poche centinaia di metri dal sito, con prot. 12679 scrive al sindaco:
«Avendo notato piuÌ€ volte che alcuni trasportatori scaricano rifiuti di qualsiasi genere in una cava adiacente la via della Moletta, la scrivente SocietaÌ€ chiede alla S.V. Ill.ma l’autorizzazione per installare due targhe segnaletiche di cm 150×80 e 130×25 con l’esatta indicazione della nostra discarica, regolarmente autorizzata con delibera della Giunta regionale del Lazio n.396/84»”.
Ebbene, se i camionisti sbagliavano discarica, confondendo quella illegale dell’ex cava con quella autorizzata, il Comune sbaglierà addirittura le indicazioni catastali facendo saltare la bonifica. Ma andiamo con ordine.
Qualche anno dopo il Comune prende in carico la faccenda e avvia delle iniziative per liberare quel bel pezzo di Agro romano dai rifiuti anche tossici. Il soggetto che aveva a un certo punto preso in affitto l’area dopo che venne dismessa la discarica, era lo stesso autotrasportatore pizzicato dalla Guardia di Finanza a scaricare nel vicino bosco della Spadellata (zona Padiglione, Lavinio) fusti di una celebre multinazionale della salute con sede a Campoverde…
ANNO 1994: 1 MILIARDO PER BONIFICARE LA COGNA
Torniamo al dossier dei cittadini e associazioni di Aprilia: “Nei Piani triennali di tutela ambientale del 1990-1992, 1992-1994, 1994-1996 del Comune di Aprilia vengono previsti dei progetti e finanziamenti per la bonifica del sito in oggetto. Vengono approvati e finanziati dei piani di caratterizzazione che non giungeranno mai a conclusione di bonifica”.
E allora? “Con la Delibera di giunta 775 del 09/06/1994 il Comune di Aprilia prende atto delle criticitaÌ€ ambientali ed ufficializza la necessitaÌ€ di bonifica del sito di via Savuto (oltre al sito di S. Apollonia e all’ex Progest) e ne quantifica in circa 1 miliardo di lire la spesa necessaria”.
Ma la bonifica non verrà eseguita.
Ci riprovano: “Nel 2002 viene approvato il Piano di gestione dei Rifiuti della Regione Lazio che contiene il piano delle bonifiche dei siti inquinati, tra cui La Cogna, e che autorizza un anticipo di spesa di € 61.734,03 per la classificazione, quantificazione, localizzazione dei rifiuti nei depositi incontrollati e l’anticipazione di spesa per la BONIFICA e MESSA IN SICUREZZA dei siti di discarica Sassi Rossi, Santa Apollonia, Prati Del Sole, La Cogna”. E poi?
Il Comune di Aprilia arriva anche ad appaltare i lavori di bonifica. Ma l’operazione verrà abortita per un mero errore formale. Ecco come e perché…
LE “SVISTE” DEI TECNICI COMUNALI
“Nel 2003 – raccontano il report dei cittadini – il Comune di Aprilia approva il piano della Caratterizzazione ed Investigazione dell’Ing. Giovenchi (50.000 €+iva), che saraÌ€ redatto ed approvato nel 2005. Nel 2007 si avvia l’accordo di programma quadro APQ8 “Bonifica dei siti inquinati e gestione dei rifiuti” che prevede la messa in sicurezza, la caratterizzazione del sito in localitaÌ€ “La Cogna” e nel 2008 il finanziamento di 652.530 € per le bonifiche dei siti inquinati del Comune di Aprilia tra cui il sito in oggetto. Inoltre, con l’ordinanza n. 507 del 19 dicembre 2008 si ordina la ‘messa in sicurezza e caratterizzazione via Savuto’ ma purtroppo, ai proprietari sbagliati”. Non finisce qui. L’errore si perpetua fino ad inficiare per sempre – cioè finora – la bonifica di quelle particelle catastali inserite nel foglio mappale 115. Questo numero va tenuto a mente…
SI ARRIVA AL 2009: PARTE L’APPALTO, PERÒ…
“Nel 2009 il Comune di Aprilia – spiegano i cittadini -, tramite gara, daÌ€ mandato alla ditta specializzata in bonifiche Ciana S.r.l. di effettuare la bonifica, ma dai nostri riscontri si evidenzia di nuovo il grave errore formale di individuazione, e quindi di comunicazione erronea, dei presunti proprietari del sito, cosa che contribuiraÌ€ di fatto alla non realizzazione delle opere di bonifica del sito approvate e finanziate. Nel 2012 il sito viene classificato all’interno del Piano Regionale delle Bonifiche dei Siti Contaminati del Lazio come ‘sito ad Altissima PrioritaÌ€’. La stessa Regione Lazio, tuttavia, il 15.06.2012 avvieraÌ€ le procedure per il definanziamento dei 652.530 euro, stanziati nel 2007, percheÌ il Comune di Aprilia non aveva evaso la procedura entro i termini previsti. Il 29 gennaio 2010 l’avvocatura comunale di Aprilia con prot. 255 scrive al dirigente del Settore urbanistica per disquisire sulle azioni da intraprendere per i lavori di bonifica ma, di fatto, la ditta Ciana S.r.l. non eseguiraÌ€ mai i lavori per i quali aveva vinto l’appalto”. Come mai?
IL COMUNE DAVA I NUMERI…
Qual è stato l’errore degli uffici tecnici comunali in questa seconda fase, dopo la mai realizzata bonifica da un miliardo di lire approvata dalla Giunta comunale nel 1994? I tecnici del Comune, peraltro guidati dal dirigente architetto nel frattempo andato in pensione, notificava gli atti ai proprietari di terreni sul mappale numero 85. Peccato che i terreni si trovano sul mappale numero 115. Stesse particelle, foglio diverso.
E siamo ai giorni nostri. La bonifica viene proposta dalla Paguro, in cambio di un’autorizzazione a mettere i vecchi rifiuti illegali nello stesso sito. Non solo: la società propone di abbancare nell’ex cava un quantitativo di altri rifiuti pari a 11 volte il volume dei vecchi rifiuti stimati nell’area.
L’iniziativa prevede 8 vasche da riempire di rifiuti per un volume complessivo di 750mila metri cubi, corrispondenti a circa 120 palazzi da 10 piani.