La sentenza del TAR che accoglie il ricorso della Raggi sembrerebbe segnare un punto a favore della Amministrazione capitolina. È così?
“Tecnicamente sì. Mediante ordinanza, il Presidente Zingaretti aveva concesso alla Raggi trenta giorni di tempo per “trasmettere un piano impiantistico ai fini dell’autosufficienza della Capitale”. In mancanza di tale piano, secondo l’ordinanza, sarebbe scattato il commissariamento. I giudici del TAR hanno accolto il ricorso della Raggi avverso questa ordinanza regionale, sostenendo che non ci fossero i presupposti giuridici perché la Regione Lazio adottasse questo provvedimento utilizzando lo strumento dell’ordinanza. Al contrario, qualora la Regione avesse riscontrato che il Comune di Roma non stesse adottando atti obbligatori, aveva (ed ha) il potere (e il dovere) di intervenire coi poteri sostitutivi. Ovvero aveva (ed ha) il diritto (e il dovere) di assumere su di sé la responsabilità delle decisioni che il Comune avrebbe dovuto adottare e che, colpevolmente, non ha fatto”.
Brutta figura dunque della Regione Lazio. Appaiono dunque giustificate le rivendicazioni della Raggi?
“No, nella maniera più assoluta. Perché gli stessi giudici, nella sentenza, affermano che Roma non ha un piano impiantistico, non ha indicato i siti dove collocare gli impianti, non sa dove portare i rifiuti che produce. Una bocciatura su tutto il fronte. Davvero c’è poco da festeggiare per i 5 stelle”.
Ed ora?
“Mi pare che vada di male in peggio. Da una parte la Regione Lazio, anziché accogliere le riflessioni del TAR, adottare i poteri sostitutivi e assumere su di sé la responsabilità delle scelte, vota un’altra, stucchevole, inutile e dannosa delibera in cui concede a Roma 60 giorni per il piano impiantistico. Qualora non dovesse accadere, allora la Regione interverrà coi poteri sostitutivi. Dall’altra, le Regioni in cui oggi Roma trasferisce i propri rifiuti, Emilia Romagna, Abruzzo e Toscana, fanno sapere che non accoglieranno più i rifiuti capitoli. Da ultimo, infine, il Comune di Roma si appella al piano industriale di AMA appena approvato. Piano che ha come colonna portante la realizzazione di un impianto di Trattamento Meccanico Biologico da oltre mezzo milione di tonnellate l’anno dal costo superiore ai 60 milioni di euro. Impianto, che le notizie delle ultime ore vorrebbero, per volontà della Raggi, ubicato a Santa Palomba, tra Albano e Pomezia”.
Cosa pensa di questa soluzione?
“Tutto il male possibile. Anche di più. Scegliere di indirizzare il proprio piano impiantistico su un impianto dannoso, inquinante, anacronistico e pericoloso significa abdicare alla possibilità che Roma diventi una Città civile in termine di gestione dei rifiuti. Il TMB, infatti, è un enorme frullatore dei rifiuti, che non chiude il ciclo dei rifiuti, in cui entrano rifiuti indifferenziati ed escono rifiuti. Rifiuti da mandare agli inceneritori e in discarica. Tutte soluzioni impiantistiche bannate dall’Unione Europea e, anche, dal Piano Regionale dei rifiuti. Puntare sul TMB, dunque, significa scegliere consapevolmente, e colpevolmente, di non effettuare la differenziata, con tutti i benefici ambientali ed economici che ne conseguono, e pensare per Roma un modello fatto di cassonetti stradali indifferenziati, stracolmi e maleodoranti”.
Per di più a Santa Palomba.
“La Provincia di Roma in generale e particolarmente i Castelli Romani si sono dimostrati in questi anni estremamente virtuoso nella gestione dei rifiuti e certamente non necessitano di impianti TMB per chiudere il proprio ciclo fatto di differenziata porta a porta e di comportamenti virtuosi. E altrettanto certamente vanno difesi e non derubricati a pattumiera di Roma. Inoltre, Santa Palomba è un territorio sia già profondamente segnato da eventi molto impattanti come l’incendio del TMB di Roncigliano nel 2016 o l’incendio ECO X a Pomezia di cui ancora si pagano le conseguenze. Davvero inaccettabile”.
Cosa dobbiamo aspettarci?
“Mi pare che Regione Lazio e Comune di Roma facciano a gara a chi fa peggio, nascondendosi dietro battaglie di retroguardia, come l’ubicazione della discarica, per evitare di assumersi la responsabilità di prendere decisioni. Nel frattempo, Roma affonda nei rifiuti, sempre di più è la quantità lasciata quotidianamente a terra, nella rassegnazione dei cittadini che continuano a pagare la tariffa più alta a fronte di servizi inesistenti. Quindi non riesco davvero ad aspettarmi nulla di buono”.