L’indagine, portata a termine dalla squadra anticrimine del commissariato di Terracina, non è stata semplice perché la vittima, nonostante i segni tangibili di violenza, non collaborava per paura di minacce nei suoi confronti e dei suoi familiari.
Secondo quanto ricostruito l’uomo, ossessionato dalla gelosia, avrebbe più volte inseguito e minacciato quelli che riteneva essere suoi rivali in amore, sottoponendo poi la propria compagna ad ogni sorta di maltrattamenti fisici e psichici, tali da cagionarle ferite sanguinanti, sofferenze, privazioni ed umiliazioni. Non sono mancati danneggiamenti ai beni affettivi della donna sino a giungere ad incendiare un’autovettura, alla stessa molto cara in quanto appartenuta ad un suo ex fidanzato, confiscata e poi affidata alla Polizia di Stato di Terracina.
Il grave gesto, che in questi mesi ha impegnato gli investigatori nella ricerca dell’autore e del movente del reato, non escludendo nessuna pista, ha trovato la risoluzione del caso con l’arresto del soggetto riuscendo anche a documentarne la premeditazione.
L’uomo, infatti, nel corso di una perquisizione è stato trovato in possesso di scatti fotografici effettuati con il proprio smartphone che ritraevano l’autovettura in vari luoghi della città, anche nei parcheggi del Commissariato, dove fu data alle fiamme. Inoltre, per quanto ricostruito dagli atti d’indagine, il giorno dell’incendio aveva ricevuto l’ennesima opposizione della donna a riallacciare la loro relazione sentimentale, decidendo di punire la stessa per quel rifiuto. I dati tecnici hanno poi consentito di accertare la sua presenza sul luogo del delitto individuando anche il veicolo utilizzato dallo stesso nella circostanza.
Si è deciso per l’emissione della misura cautelare in carcere. Il G.I.P., infatti, ha sottolineato che lo stesso, nell’incendiare l’autovettura sotto gli Uffici di Polizia, ha mostrato una criminale spregiudicatezza e una sfrontata disinvoltura, non curante delle possibili conseguenze penali. La custodia cautelare è stata infatti ritenuta l’unica misura idonea a contenere l’indagato.