Ardea scossa da arresti per usura ed estorsione. Dalle 7 di martedì mattina i carabinieri della Compagnia di Anzio, al termine di indagini iniziate nel 2016 su coordinamento della Procura di Velletri, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale veliterno nei confronti di sei soggetti italiani, tutti residenti ad Ardea, indagati a vario titolo per estorsione e usura in concorso. Una settima persona, un donna di 29 anni, Sabrina S., è indagata per usura nell’ambito dell’inchiesta ma non è destinataria di misure cautelari.
I fatti contestati risalgono al periodo che va dal 2015 al 2019. Tra gli indagati ci sono anche altre tre persone ma con l’ipotesi di favoreggiamento: secondo gli inquirenti, infatti, sarebbero stati vittime degli usurai ma davanti ai carabinieri avrebbero negato di aver ricevuto prestiti e di avere pagato interessi di natura usuraria, aiutando così alcuni degli indagati – si legge nell’ordinanza del Gip – “a eludere le investigazioni della pubblica autorità”; nei loro confronti non sono state applicate misure cautelari.
PRESTAVANO A PERSONE E COMMERCIANTI IN DIFFICOLTÀ
A finire in manette il 29 giugno sono stati sei uomini di età compresa tra i 53 e i 39 anni, alcuni dei quali, pur essendo di Ardea, sono stati raggiunti in varie località italiane. La misura della custodia in carcere è stata disposta per Leonardo Guiderdone, Vincenzo Guiderdone e Roberto Matta, mentre ai domiciliari sono stati posti Giuliano Scarcella, Daniele De Stefanis e Gerardo Guiderdone.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo prestava somme modeste – in media poche migliaia di euro – a piccoli commercianti in difficoltà del territorio e anche a comuni cittadini che avevano bisogno urgente di liquidità – molti dei quali “in stato di bisogno”, scrivono gli investigatori – per poi richiedere insistentemente la restituzione di una cifra maggiorata, facendo ricorso a minacce di ritorsioni fisiche o persino di morte. In alcuni casi non ne erano risparmiati neanche i familiari. A volte le vittime si vedevano costrette a contrarre ulteriori debiti per “coprire” i precedenti, rischiando di finire in una spirale senza fine.
Nell’ambito della ricostruzione dei fatti contestata dalla Procura agli indagati, viene riportato che ad alcune vittime veniva dato appuntamento presso alcuni noti bar e pasticcerie di Ardea, i cui nomi spesso ricorrono nella lunga ordinanza del Gip.
ALMENO 10 VITTIME
Secondo quanto emerso dalle indagini le vittime sarebbero almeno una decina, tra cui persone con problemi di gioco d’azzardo patologico o tossicodipendenza, ma anche e soprattutto piccoli commercianti e ristoratori di Ardea, Anzio e Nettuno, con strascichi fino a Pomezia. Proprio da un bar della città del tridente è partita la denuncia in caserma che ha fatto scattare le indagini.
Al ristoratore di Nettuno, riporta sempre l’ordinanza, uno degli indagati richiedeva “interessi mensili pari al 15% della somma prestata, facendosi consegnare assegni in pagamento per un ammontare complessivo, dal marzo 2015 al settembre 2016 di € 74.430 di cui € 24.728 effettivamente versati”. La posizione di tutti gli indagati sarà ora valutata dalla magistratura.
LE INDAGINI DELLA FINANZA
Nell’ambito della stessa indagine, sempre su delega del tribunale di Velletri, il 29 giugno gli uomini della Guardia di Finanza della Compagnia di Pomezia hanno dapprima affiancato i militari dell’Arma nell’esecuzione di alcune perquisizioni domiciliari, presso le abitazioni degli indagati, e successivamente hanno proceduto all’esecuzione di ulteriori 13 perquisizioni presso le residenze e le sedi delle società riconducibili ad alcuni dei soggetti destinatari delle misure cautelari, per approfondire alcune verifiche in corso dal punto di vista tributario e patrimoniale.
M.Z.
LE INTERCETTAZIONI
L’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari è piena zeppa di intercettazioni che, per gli inquirenti, chiariscono gli intenti degli indagati e il tono di minaccia che assumevano nei confronti delle loro vittime. Le intercettazioni, telefoniche ma anche ambientali, registrano ore di conversazioni tra i presunti usurai e le persone che dovevano loro dei soldi: toni alterati, richieste pressanti, minacce più o meno velate. Alcuni si ponevano come semplici “intermediari”, altri invece non si preoccupavano minimamente di alleggerire la propria posizione. Qualcuno, però, il sospetto di essere intercettato a un certo punto ha iniziato ad averlo.
Per tutti i soggetti per cui sono state richieste le misure cautelari – tranne per la 29enne Sabrina S., “per la quale non si ritengono sussistere gravi indizi di colpevolezza” – il giudice ritiene “concreto ed attuale il pericolo che essi, se messi in condizione di circolare liberamente, commettano altri gravi delitti della stessa specie”. Di seguito trascriviamo alcuni stralci significativi delle intercettazioni riportate nell’ordinanza del Gip.
GUIDERDONE Leonardo a una vittima: “Giusè”
(6 gennaio 2017)
“Non hai le palle dammi un indirizzo veniamo a prenderti dove ti pare”;
“Non farmi incazzare sennò ti faccio vedere io …. Vengo a casa tua e ti squaglio, ti faccio sparire”
GUIDERDONE Leonardo a un’altra vittima: “Gianni”
(15 settembre 2017)
Dialogo tra Guiderdone Leonardo e “Gianni”:
“Io mi pare che te li ho dati sti soldi no Leonà… ehh mo addirittura adesso addirittura da 2000 euro te ne sto a dà 4500 a Leonà ehh è ovvio che a mente mo non ce l’ho i soldi (…)”
“.. no no aspetta un attimo Gianni aspetta un attimo che ora tu stai dicendo certe cose al telefono allora sai che facciamo ora vengo lì dove abiti aspetta che prendo le chiavi della macchina… senti un po’… senti un po’ scemo di m**** tu stai parlando al telefono e io c’ho i telefoni sotto controllo pezzo di m**** tu mi devi pagare tre tre assegni che ti ho cambiato e tu mi accusi a me o pezzo di merda ma che cazzo stai dicendo”
(4 novembre 2017)
Un altro dialogo tra Guiderdone Leonardo e “Gianni”:
“(…) Gianni sai che facciamo adesso io chiamo a Michele e sta situazione se la vede lui, prima che io e te litighiamo di brutto”
“… guarda se posso mi vado a vendere un rene, che ti devo fa… ehm Leonà ma io non so che fà”
(5 gennaio 2018)
Guiderdone Leonardo a “Gianni”:
“eh che (parola incomprensibile)… è morta tua nipote no!?… speriamo che non muore… Già… ti do tempo entro le due ciao Già, ciao ciao”
(25 gennaio 2018)
Ancora Guiderdone Leonardo a “Gianni”:
“Gianni a me non interessa che parliamo per telefono a me non me ne frega un cazzo Gianni perché io ad ammazzare una persona ci metto 30 secondi vengo e ti scanno (…) a me Gianni se mi arrestano mi fanno due favori perché poi quando esco ti riscanno di nuovo (…)” ;
“… eh dammi l’indirizzo del lavoro per cortesia… e che mi dai però la macchina… e che mi dai però… le chiavi… ?… ”
GUIDERDONE Leonardo e Vincenzo a una vittima: “Giulio”
(17 agosto 2017)
“vedi che il forno con mio fratello mo piglio io e mio fratello… ti accoltello davvero… ti hanno bruciato il forno per quanto si infame m****… portami i soldi perché ti piggiu a cutiddati… ti faccio fare la fine del commercialista”
(18 settembre 2017):
“Giulio ti dico e che l’importante che non passa molto tempo perché io devo fare dei pagamenti ci mettiamo d’accordo facciamo un pagamento mensile… sono contento che al forno non ti è successo più niente… vediamo come risolvere questa situazione”
MATTA Roberto a una vittima: “Fabio”:
(13 dicembre 2017)
“… Non di cazzate… me so preso sto c**** de impegno tuo… che sembra che è il mio…. E to salvato mille volte… e nn capisci dove sta il limite… se nn paghi te… lo devo fare io… perché ho dato la parola… vorrei vede chi se la prende sto impegno con quelli che conosci te…”
MATTA Roberto a un’altra vittima: “Robè”:
(2 dicembre 2017)
“… non li ho mai persi non li perderò proprio cò te non li perdo proprio… capito che ti voglio dì…”