I cittadini stanno pensando di organizzare un nuovo e grande corte di piazza che invada le strade castellane contro il rischio che venga riaperta d’urgenza la discarica di Albano per salvare Roma dall’ennesima crisi dei rifiuti e sotterrare quindi, nel mezzo di Castelli Romani, i rifiuti indifferenziati che il Campidoglio a trazione grillina non è in grado di differenziare con il Porta a porta, unica vera alternativa al business delle discariche e inceneritori. Una ipotesi, quella della riapertura dell’immondezzaio castellano, caldeggiata quest’oggi per il tramite del Corriere della Sera dalla sindaca di Roma Virginia Raggi e dal ministro alla Transizione Ecologica in quota M5S Roberto Cingolani. La manifestazione di piazza verrebbe aperta utilizzando proprio le gigantografie con le le facce della sindaca e del ministro. Lo comunicano in una nota stampa, innumerevoli associazioni e comitati, oltreché il Partito Comunista dei Castelli Romani. “Dopo i problemi legati alla pandemia – spiega un lungo e dettagliato comunicato stampa del Partito Comunista dei Castelli – su Roma si abbatte la sciagura dell’emergenza dei rifiuti. La situazione in queste giornate di caldo torrido sta diventando insostenibile per la puzza, per il decoro urbano e per la salute dei cittadini. Questa situazione è la palese dimostrazione del fallimento della gestione dei rifiuti della sindaca Raggi (5 stelle) e del presidente della Regione Lazio Zingaretti (PD). Invece di puntare velocemente alla raccolta differenziata, Raggi e Zingaretti si sono attardati 5 anni in un patetico gioco di scarico delle responsabilità sulla scelta del luogo della discarica di Roma, lasciando la gestione vera dei rifiuti tutta in mano ai potenti privati del settore che detengono gli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) in esercizio. In assenza della raccolta differenziata nella Capitale, come prescritto dalla normativa europea i rifiuti indifferenziati devono essere trattati negli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) per poi essere inviati in discarica e qualcosa viene recuperato per essere bruciato negli inceneritori. Con i 5 stelle al comune di Roma, l’AMA ha di fatto ridotto la presenza pubblica nel settore chiudendo l’impianto TMB sulla Salaria dopo un “misterioso” incendio, mentre l’assessore ai rifiuti della Raggi “promette” di chiudere il secondo impianto dell’AMA di Rocca Cencia per motivi elettorali in vista delle prossime comunali. Il signor Cerroni, le cui società sono soggette ad “interdittiva antimafia”, sta ricostruendo tutto il suo monopolio nella gestione dei rifiuti nella capitale, facendo lavorare a pieno regime i suoi due impianti TMB di Malagrotta e cercando in tutti i modi di riaprire gli impianti e le discariche di Albano e di Guidonia (il TMB di Albano è andato distrutto in un altro “misterioso” incendio dell’estate 2016, mentre la discarica di Guidonia è stata in passato sequestrata dalla magistratura). Nell’affare d’oro della gestione dei rifiuti indifferenziati della capitale vuole, però, entrare anche il signor Altissimi, proprietario del TMB di Aprilia (…) Per preparare la campagna elettorale di Roma è sceso in campo anche il ministro della cosiddetta transizione ecologica, Roberto Cingolani in quota 5 stelle, che oltre a sperare un’enormità di risorse pubbliche in inutili ed inquinanti impianti a biogas, vuole riaprire la discarica di Albano, già di proprietà di una società privata soggetta ad “interdittiva antimafia”. Adesso anche la Sindaca Raggi minaccia una ridicola delibera per la riapertura della discarica di Albano, ridicola perché come Sindaco di Roma e Presidente dell’Area Metropolitana non ha alcuna competenza in materia. Il problema dei rifiuti a Roma non è la mancanza di una discarica, bensì aver lasciato i punti chiave della gestione dell’indifferenziato (i TMB) nelle mani dei privati (Cerroni, Altissimi). In questa irresponsabile sceneggiata PD-5 stelle, rimaniamo basiti per le dichiarazioni scellerate e da incompetente del signor Calenda, che come candidato a sindaco dei salotti buoni della capitale vuole costruire inceneritori. Per il Partito Comunista per uscire dall’emergenza rifiuti nella capitale e nella Regione Lazio è necessaria una gestione interamente pubblica della gestione dei rifiuti, bisogna portare subito la raccolta differenziata ai livelli minimi del 65% stabiliti dalla legge italiana ed europea, devono essere adottate le migliori pratiche dell’economia circolare, devono essere sviluppate le filiere del riciclo che garantiscono sostenibilità e nuova occupazione, bisogna arrivare con la differenziata a chiudere i vecchi ed obsoleti impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) dei potenti privati (Cerroni, Altissimi) e bisogna riportare trasparenza e moralità nella gestione dei rifiuti. La discarica di Albano non può essere riaperta perché è illegale riaprire una discarica che si trova a pochissimi metri dalle abitazioni. Secondo la legge europea, nazionale e regionale le discariche devono essere collocate almeno ad un chilometro dalle abitazioni. Purtroppo siamo qui a difendere il diritto alla salute e ad organizzare assemblee e cortei contro la riapertura della discarica di Albano perchè Zingaretti e il centrosinistra in modo irresponsabile hanno approvato un piano regionale dei rifiuti che indica la disponibilità del VII invaso della discarica di Albano, perché la signora Tosini, scelta da Zingaretti per dirigere il settore rifiuti della Regione Lazio, ha rinnovato le autorizzazioni sulla discarica di Albano senza svolgere alcuna conferenza dei servizi con le istituzioni locali, i comitati, le associazioni e i cittadini. Il Partito Comunista inviata i comitati, le associazioni e i cittadini ad organizzare la massima mobilitazione contro la riapertura della discarica di Albano, per difendere il territorio, l’ambiente e la salute dei cittadini”.
02/07/2021