Il Comune è riuscito per il momento a risolvere la raccolta di pannolini e pannoloni, grazie a un accordo raggiunto – a caro prezzo – con un’altra ditta. Si ferma anche lo svuotamento dei cestini stradali. Il problema non è trovare un impianto di “trattamento meccanico biologico” dei rifiuti non riciclabili – quelli ce ne sono fin troppi – ma una discarica o un inceneritore dove portare lo scarto della lavorazione. Servirebbe l’intervento della Regione, che al momento si è defilata. A mancare, in sostanza, sono discariche come quella che proprio Rida Ambiente – tramite la sua controllata Paguro – vorrebbe realizzare ad Aprilia, in zona La Cogna. A pensarla male, lo stop di Rida sembrerebbe una sorta di “dimostrazione” di quanto sia importante avere a disposizione una discarica per gli scarti del trattamento meccanico biologico.
La politica ora è a caccia di soluzioni. Sono in corso riunioni tra la prefettura di Latina, la stessa Rida Ambiente e la Provincia per cercare alternative tampone. Una delle quali potrebbe essere montare degli impianti mobili presso Rida dove stoccare i rifiuti temporaneamente. «Facciamo appello ai nostri cittadini per affrontare questa situazione emergenziale, dovuta a un annuncio da parte dell’azienda che tuttora riceve la frazione residua di molti Comuni della provincia di Latina e non solo – commenta il sindaco Antonio Terra – fortunatamente, la criticità è limitata alla frazione del secco residuo e Aprilia è già un modello virtuoso per quel che riguarda la differenziazione dei rifiuti. Per questo, anche in considerazione della non deperibilità di questa tipologia di rifiuto, invitiamo tutti a non esporre i mastelli grigi ma a tenere il secco residuo in casa, fino al ripristino del servizio. Sono certo che Aprilia saprà mostrare ancora una volta la propria capacità di far fronte all’emergenza, riducendo ulteriormente la quantità di rifiuto non differenziato».