COSA CAMBIA NELLA VARIANTE DELTA E IN TUTTE LE ALTRE
Alla base del concetto di variante del Covid 19, comune a tutte quelle identificate e considerate pericolose, si parla di mutazioni sulla proteina Spike, grazie alla quale il Covid si “attacca” alle cellule dell’organismo. È per questo che le varianti sono più contagiose. “Queste varianti hanno dato prova di una maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale”, spiega l’Istituto Superiore di Sanità. Analizziamole una per volta:
- Variante inglese (alfa): isolata in Gran Bretagna per la prima volta nel settembre 2020, in Europa circola da novembre dello stesso anno
- Variante sudafricana (beta): isolata in Sud Africa nell’ottobre 2020. È in Europa da fine dicembre
- Variante gamma (brasiliana): isolata in Brasile e Giappone a gennaio 2021
- Variante delta (indiana): isolata in India a dicembre 2020. Al momento, nel Lazio, è la variante prevalente in tutte le Asl territoriali
VARIANTI COVID: C’È CHI RISCHIA DI PIÙ?
Al momento i modi con cui proteggersi dalla variante delta e dalle altre varianti del Covid 19 sono gli stessi indicati fin dall’inizio: usare la mascherina, lavarsi e igienizzarsi le mani, rispettare il distanziamento. Anche i sintomi delle varianti non differiscono particolarmente dal virus iniziale: raffreddamento e febbre su tutti, come una brutta influenza.
Bisogna precisare, però, che se la domanda è per chi è più pericolosa la variante del coronavirus, la risposta dell’Iss è che “nessuna variante tra quelle studiate ha mostrato di essere più aggressiva nei confronti di una particolare fascia di età”. Neanche verso i bambini o gli anziani. La loro caratteristica riconosciuta è quella di essere più contagiose e quindi maggiormente trasmissibili.
Sulla pericolosità delle varianti del Covid il dibattito è aperto. Sono o no più gravi e letali? “Al momento – risponde l’Istituto Superiore di Sanità – secondo il censimento dell’Ecdc, le varianti del virus considerate preoccupanti hanno tutte mostrato evidenze di un impatto sulla gravità della malattia”. Quindi nel decorso della malattia l’essere stati contagiati da una variante può fare la differenza.
VARIANTE DELTA E VACCINI
I primi studi sull’efficacia dei vaccini contro le varianti del Covid 19 dimostrano che chi ha completato il ciclo vaccinale (prima e seconda dose, oppure una sola nel caso di Johnson & Johnson) è protetto contro di esse. Tuttavia contro la variante delta – come per le altre tre – non è sufficiente la sola prima dose di vaccino: l’efficacia che era stata inizialmente dimostrata dopo la prima somministrazione, infatti, contro le varianti si riduce.
VARIANTI COVID: LA PRIMA DOSE NON È SUFFICIENTE
A spiegarlo è l’Istituto superiore di Sanità, ed è per questo che il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, alcuni giorni fa, ha spiegato che il green pass Covid italiano potrebbe presto subire delle modifiche. Ad oggi, infatti, viene rilasciato anche dopo la prima dose di vaccino (qui tutte le info sul certificato verde: Come scaricare il green passo da fascicolo elettronico, sito o app) ma le cose potrebbero presto cambiare.
«È verosimile che la variante Delta ci costringerà a rimodulare il Green pass, rilasciandolo dopo la seconda dose di vaccino». Così ha detto Sileri, spiegando che potrebbe essere necessario anche un avvicinamento dei tempi per le seconde dosi. Articolo completo su Il Caffè di Roma.