ROMA-VELLETRI
Leggete cosa scrive Legambiente sulla Roma-Velletri, quarantuno chilometri percorsi in un’ora se tutto va bene: «è una linea decisamente penalizzata. I molti problemi riscontrati riguardano spesso le condizioni di viaggio in inverno, quando è frequente il congelamento di porte e parti dei vagoni oltre all’estremo affollamento che si verifica già dalle prime stazioni in cui transita il treno. In aggiunta non sono rari i casi in cui l’arrivo a Roma Termini si verifica con molti minuti di ritardo dovuti al mancato funzionamento di alcuni passaggi a livello presenti sulla tratta». Poi ci sono le cancellazioni dei treni: «Anche le soppressioni continuano a rendere ancora più drammatica la situazione, in particolare quelle dei treni in partenza da Velletri alle ore 7:26. Molto spesso si tratta di chiusure della linea dovute al maltempo, ma che in realtà evidenziano la fragile condizione di un’infrastruttura inadeguata». Infrastruttura che molti vorrebbero veder raddoppiata: proposta lanciata un paio di anni fa dal comitato Raddoppio Ciampino-Velletri, che ridurrebbe i tempi d’attesa nelle stazioni e migliorerebbe la qualità della vita di un bacino stimato di 220mila persone. Problema principale che non ne permette la realizzazione è la mancanza di pecunia: il progetto del doppio binario costerebbe infatti svariate decine di milioni di euro. Ad oggi c’è un dialogo aperto con l’assessore Civita. Per il resto bisognerà vedere cosa ne penseranno Trenitalia e Rfi, Rete ferroviaria italiana.
ROMA-NETTUNO
Altra linea da dimenticare è quella che da Termini a Nettuno impiega mediamente 67 minuti per percorrere 59 chilometri. «Un treno lumaca – la descrive Legambiente – che passa per 13 stazioni. Con frequenze di passaggio ridicole per una portata di oltre 40mila utenti, chi prende questi treni sa di una tratta pluripremiata come la peggiore da Legambiente nel suo trofeo Caronte, sa bene cosa lo aspetta, un viaggio infernale». Conosciuta ai pochi come linea FL8, tra le chimere della Roma-Nettuno c’è il “posto a sedere”: «Riuscire a salire su un treno diventa ogni giorno più difficile. Il problema è salire sia all’andata sia al ritorno, perché di sedersi non vi è proprio possibilità, visto l’affollamento», avverte Legambiente. «Lungo questa tratta è cresciuto il numero di persone che per motivi di lavoro o di studio gravitano sulla Capitale e provengono da Nettuno, Anzio, Aprilia, Pomezia. Viaggiarci è un vero percorso ad ostacoli lungo 59 km, di cui 26 su binario unico, in carrozze sovraffollate, con ritardi cronici. Il comitato pendolari si chiama “Ottava carrozza” proprio per rendere evidente la richiesta di avere più carrozze». Un monitoraggio tra il 17 ottobre e il 5 dicembre sul treno che da Nettuno parte alle 8:32 ha rilevato «ben 2 soppressioni e decine di ritardi, in media di 30 minuti e a volte anche di 45 minuti per un totale di oltre 400 minuti». Stesso destino anche per il treno delle 19.07 in partenza da Roma, dove sono stati segnalati una decina di ritardi dai 13 ai 35-40 minuti per arrivare anche a 60 minuti. Pendolaria spiega che la situazione è destinata ad aggravarsi perché nel nuovo orario, effettivo dal 15 dicembre, è prevista «la riduzione delle corse con la soppressione del treno delle 8:32 da Nettuno, creando un maggior affollamento sul treno delle 7.52».
LE ALTRE LINEE
Ai Castelli ci sono altre due linee che non passano un momento propriamente splendido: la Roma-Albano e la Roma-Frascati. Entrambe oggetto di critica, la prima impiega la bellezza di 52 minuti per mangiarsi 28 km di binari. La seconda invece 29 per percorrerne 24. In questo marasma infrastrutturale, interventi e investimenti non sono assenti. Pensiamo alla recente risistemazione dell’impianto di illuminazione alla stazione San Gennaro a Genzano, ai lavori di realizzazione dei sottopassi pedonali delle fermate Acqua Acetosa a Ciampino e Cave di Peperino a Marino. La questione è che è necessario fare di più. Ma questa non è una novità.
TRASPORTO PUBBLICO KO, SINDACI ALLEATI
C’erano anche gli amministratori dei Castelli Romani all’iniziativa “Pendolaria” organizzata da Legambiente a tutela dei cittadini lo scorso 17 dicembre. Presenti Ciampino, Marino, Castel Gandolfo, Albano e Velletri che insieme alla celebre associazione ambientalista e ai pendolari hanno fatto il punto sulla disastrosa situazione delle ferrovie che “tagliano” il comprensorio a sud di Roma. Dato per scontato che la realtà castellana su ferro può solo che migliorare, per sindaci, assessori e consiglieri è stata l’occasione per avanzare proposte a Trenitalia, Rfi e Regione Lazio. Accordo unanime sull’esigenza di creare un tavolo di confronto periodico, un osservatorio per il monitoraggio delle necessità derivanti dal trasporto su rotaia e il quadruplicamento della linea Termini Ciampino. Obiettivi che il presidente del Consiglio comunale di Marino, Stefano Cecchi, si augura siano raggiunti quanto prima. Come a Cave di Peperino, che presto avrà un sottopasso pedonale di collegamento al parcheggio”. Questo il pensiero dell’assessore all’Ambiente di Albano sulla maglia nera attribuita alle ferrovie locali: “Chi ha vinto il premio lo scorso anno ha goduto di maggiore attenzione politica e mediatica, tanto che nel giro di poco si sono potuti raggiungere notevoli miglioramenti”. Guarda all’immediato futuro Guglielmo Abbondati, assessore all’Ambiente di Ciampino: “Il contratto di servizio regionale con Trenitalia scade a fine 2014 e quest’anno deve essere l’occasione per verificare livelli e qualità del servizio nella Regione. E’ necessario coinvolgere i Comuni che sono le amministrazioni più prossime ai cittadini, troppe volte costretti, in quanto pendolari, a subire pesanti disagi quotidiani”. Vedremo nel corso di questi mesi quanto Regione, Rfi e Trenitalia sapranno recepire il messaggio.