Una nota degli attivisti politici Carmen Porcelli Rosalba Rizzuto Andrea Ragusa lancia l’allarme sui rischi di tombinamento del fosso Gattone previsto nel Pinqua, il piano di riqualificazione del centro città che ha ottenuto un finanziamento da 15 milioni di euro. La nota segue il manifesto che già ad agosto scorso “La città degli Alberi”, “Aprilia Libera”, “Cittadini pentastellati” e “Grillini Apriliani” avevano indirizzato agli organi d’informazione.
“Il rischio del dissesto idrogeologico e idraulico sono le conseguenze che possono derivare dalla scelta di ricoprire un fosso d’acqua, in questo caso il fosso della Ficoccia, considerato che la nostra città ha vissuto in tempi molto recenti fenomeni di allagamenti: tutti ricorderanno gli effetti devastanti delle piogge nel 2017”, si legge.
A provocare il dissesto idrogeologico e l’aumento del rischio idraulico, solitamente attribuito a fenomeni meteorologici, sono soprattutto gli interventi di origine antropica sul territorio e sulla sua morfologia, attraverso l’impermeabilizzazione selvaggia delle superfici agricole, le insufficienti aiuole alberate lungo i marciapiedi urbani, i parchi con centinaia di metri quadri impermeabilizzati, le incisioni naturali occluse per edificarvi sopra. Tombare un fosso è una scelta pericolosissima, un problema da non sottovalutare”.
“Manca una visione d’insieme della città, che non consiste solamente nell’esprimere le nostre preferenze su “chi debba costruire cosa”, piuttosto di cosa hanno realmente bisogno gli apriliani, sulla base di un preciso rapporto tra numero di abitanti e servizi. Temiamo che nella foga di voler forzatamente raggiungere la vertiginosa cifra di 100.000 abitanti, richiamando da fuori, plausibilmente Roma, si determinino inevitabilmente, come già successo con il quartiere Toscanini, situazioni di disagio sociale. Anche perché, diciamolo, nessuno nel palazzo si è mai curato di fornire le strutture e le risorse per favorire l’integrazione dei nuovi arrivati; tantomeno la città ha raggiunto i 74.000 abitanti con i servizi tarati per quella popolazione”.
E infine: “Aprilia è stata privata di preziosi corsi d’acqua, intubati e inquinati come fogne a cielo aperto, ha perso migliaia di alberi e ancora oggi ci chiediamo: perseguendo quale obiettivo? Disboscare per speculare e non manutenere?”.