Si scalda il clima tra i due candidati Sindaci che si sfideranno al ballottaggio il 17 e 18 ottobre. In seguito alla doppia intervista pubblicata sul Caffè – l’unica perché Vincenzo Zaccheo e Damiano Coletta non avranno un confronto pubblico in piazza – sono venuti fuori i primi mal di pancia. A far accendere i toni è stato il teatro D’Annunzio di Latina, tema caro al Caffè che nel corso degli anni ha più volte pubblicato articoli analizzando l’attuale chiusura che va avanti dai tempi del commissario prefettizio Giacomo Barbato. L’assessore ai Lavori Pubblici in carica, Emilio Ranieri, ha replicato alla risposta di Vincenzo Zaccheo. Ha ritenuto la sua una «gravissima affermazione». Di seguito la versione dei fatti di Emilio Ranieri.
Nell’intervista pubblicata oggi dal periodico “Il Caffè di Latina” leggiamo una gravissima affermazione del candidato sindaco Vincenzo Zaccheo sulla questione del teatro. Ad una domanda sul D’Annunzio il candidato Zaccheo risponde: “Se l’amministrazione non si fosse costituita parte civile con il Corpo dei Vigili del Fuoco, probabilmente il teatro sarebbe già aperto”. Ritengo che sia inaccettabile rilasciare una simile dichiarazione che insinua dubbi sulla trasparenza dell’operato dei Vigili del Fuoco, come se i rilievi e le prescrizioni contestate fossero frutto di una rivalsa nei confronti dell’amministrazione comunale. Un uomo delle istituzioni non può permettersi di esprimersi in questi termini adombrando dubbi su una questione così delicata come quella della messa a norma del teatro. L’amministrazione uscente, nella quale ho avuto l’onere e l’onore di ricoprire la carica di Assessore a Decoro, Lavori pubblici, Manutenzioni e Patrimonio, ha fatto quello che nessuno in passato si era mai preoccupato di fare: restituire alla città un teatro agibile e sicuro sotto tutti i punti di vista. Abbiamo eseguito lavori per un milione e mezzo di euro occupandoci di tutta la manutenzione ordinaria e straordinaria e sostituire importanti parti non più a norma. Questo tipo di lavoro non era mai stato fatto nei 30 anni precedenti. Praticamente è come se avessimo ricostruito ex novo la struttura. Dialogare tra istituzioni è una cosa, ma insinuare che le prescrizioni dei Vigili del Fuoco abbiano un collegamento con la costituzione di parte civile del Comune è ben altro. È qualcosa di estremamente offensivo per tutta la comunità. Sono sicuro che i cittadini sapranno cosa fare in occasione del ballottaggio del 17 e 18 ottobre, quando bisognerà scegliere a chi affidare il governo della nostra città.