15 tra comitati e associazioni territoriali (di Albano, Ardea e Pomezia) hanno inviato quest’oggi, venerdì 8 ottobre, una lettera-aperta ai 4 comuni di Albano, Ardea, Ariccia ed Aprilia con la quale chiedono – apertamente ed esplicitamente – alle rispettive amministrazioni comunali (di vari colori politici: centrosinistra, centrodestra e 5Stelle) di “Opporsi – così si legge nel documento – alla realizzazione di un nuovo maxi impianto a biogas da 80mila tonnellate l’anno che la società Colle Verde (affittuaria del Gruppo industriale riconducibile all’imprenditore del settore, Manlio Cerroni) è intenzionata a realizzare all’interno della discarica di Albano”. Il primo firmatario della missiva è il nuovo comitato UST-Uniti per la Salvaguardia del Territorio, ma accanto ad esso figurano anche i comitati: Villa Ferrajoli, La Stella, Villa Altieri, Pavona Uno, Tor Paluzzi, Montagnano e Miramare-Musicisti di Albano; le associazioni: Latium Vetus di Pomezia; Italia Nostra sez. Castelli Romani, Salute Ambiente Albano, Pavona per la Tutela della Salute, Legambiente-Appia Sud – Il Riccio; Vedere Altrimenti aps e infine FabricAlbano.
BREVE STORIA DEL BIOGAS DA 80MILA TONNELLATE
Il nuovo biogas – almeno così spera la società Colle Verde – dovrebbe essere realizzato proprio a fianco al VII invaso della discarica di Albano che (dopo 5 anni di chiusura) è stato riaperto lo scorso 2 agosto su ordine della ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. Per la precisione sull’area in cui si trovano ora i resti dell’ex TMB, il frullatore per rifiuti indifferenziati andato in fiamme il 30 giugno 2016 in circostanze ancora mai del tutto chiarite. Dovrebbe raccogliere 80mila tonnellate all’anno di rifiuti umidi anche detti organici, laddove i 10 comuni ex utenti e clienti della discarica ne producono a mala pena 25mila l’anno, quindi sarebbe molto più grande del necessario. La richiesta di costruire il biogas è stata inviata in Regione dalla società Colle Verde il 22 luglio e accolta già il 27 luglio. Il 3 settembre si è tenuta la prima seduta della Conferenza dei Servizi preliminare, a cui la Regione Lazio ha invitato 4 comuni, per l’appunto: Albano, Ardea, Ariccia e Aprilia. Questo tavolo tecnico è deputato per legge a dare il suo assenso o diniego alla realizzazione dell’impianto industriale. Fin’ora, a quanto ci è dato sapere, nessuno dei 4 comuni interessati e convocati formalmente dalla Regione Lazio in Conferenza dei Servizi ha ancora presento le proprie osservazioni tecniche per esprimere contrarietà all’impianto a biogas della società Colle Verde, né tanto meno espresso pubblicamente le proprie volontà rispetto alla realizzazione di questo impianto industriale.
IL TESTO DELLA LETTERA
“Oggetto: opponetevi alla realizzazione dell’ impianto Biogas a Roncigliano.
Le scriventi Associazioni e Comitati operanti nei suddetti territori, ritengono utile sottolineare la loro netta contrarietà alla realizzazione dell’impianto a Biogas da 80.000 Tonnellate, da collocare nel sito dell’attuale discarica di via Roncigliano in Albano Laziale.
Siamo a evidenziare che i Comuni suddetti sono stati invitati a partecipare alla pre conferenza dei servizi da parte dell’ufficio regionale dei rifiuti in data 3 settembre 2021, con comunicazione datata 25 luglio 2021, in un silenzio assordante da parte degli stessi.
Si rileva l’assenza completa della pubblicizzazione di tale convocazione, in netta violazione dei termini di pubblicizzazione e partecipazione dei cittadini nonché in violazione delle norme sulla trasparenza degli atti amministrativi.
Altresì è utile evidenziare che a fronte dell’ennesimo impianto di rifiuti di tale portata, non traspare nessuna presa di posizione contraria alla realizzazione dello stesso. Al momento non ci risultano presentate le opportune osservazioni da parte dei Comuni interessati, il cui termine ultimo scade il prossimo 11 ottobre, così come previsto dalle vigenti norme amministrative. Quello che più preoccupa è il silenzio assoluto che pervade le attuali maggioranze di Governo dei Comuni e lo stesso comportamento si evidenzia da parte delle minoranze che siedono nei consigli comunali.
È importante riaffermare che dopo quaranta anni di impatto ambientale dovuto alla presenza della discarica e per alcuni anni di un impianto TMB, il territorio circostante ha subito un danno ambientale di dimensioni enormi, oltre all’inquinamento delle acque di sottosuolo oramai acclarato dalle indagini svolte e in corso, tutto ciò con gravi ripercussioni sulla salute dei residenti.
Questo territorio ha dato e ha sacrificato il suo sviluppo armonico e eco compatibile a favore di una impiantistica privata costruita nella gestione ultra profittevole dei rifiuti.
Per questi motivi riteniamo indispensabile e urgente chiudere il sito della discarica in maniera definitiva, attuare una efficace bonifica e inserire l’area interessata dai suddetti impianti in un contesto di riqualificazione di utilità pubblica al Servizio dei cittadini dell’area circostante.
Altresì, per una corretta prassi nei rapporti, le scriventi Associazioni e Comitati, al fine di raggiungere l’obiettivo su esposto, si attiveranno tutte le azioni legali necessarie e di protesta civile e democratica, (…ricordiamo che a fine settembre l’ Ass.ne SaluteAmbiente ha provveduto ad inviare via Pec ai Comuni di bacino le condivise Osservazioni di contrarietà al BioGas che auspichiamo vengano anche da Voi condivise)”.