L’associazione Salute Ambiente Albano ha chiesto stamattina 28 ottobre ai quattro sindaci di Albano, Ariccia, Ardea e Pomezia di scendere in campo al Tar Lazio nel giudizio da loro promosso – insieme ad altri 16 tra comitati e associazioni – con il quale chiedono ai giudici di chiudere definitamente la discarica di Albano, chiusa da 5 anni, ma riaperta il 2 agosto scorso su ordine della ormai ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. Negli ultimi giorni i cittadini, con l’aiuto del consigliere di Albano Marco Moresco, hanno depositato in giudizio una relazione dell’Arpa Lazio che acclara l’ìnquinamento dei pozzi di controllo del sito industriale.
“La nostra associazione – si legge nel comunicato – ha chiesto formalmente ai 4 sindaci dei comuni di Albano-Massimiliano Borelli, Ardea-Mario Savarese, Ariccia-Gianluca Staccoli e Pomezia-Adriano Zuccalà di costituirsi ad adiuvandum nel ricorso al Tar del Lazio promosso da cittadini, associazioni e comitati territoriali in vista della prima udienza del 2 novembre. Alla luce del grave stato di inquinamento in cui versa la discarica di Albano, certificato in modo chiaro ed inequivocabile da Arpa Lazio, ci sembra il minimo che si possa fare. Al Tar saranno presentati anche gli esiti delle ultime analisi dell’Arpa su acqua e rifiuti che mostrano il superamento dei limiti di legge per molti agenti inquinanti nelle acque e nei rifiuti conferiti, come da noi denunciato nei giorni scorsi. Un livello di aggressione alla salubrità del nostro territorio e alla nostra salute che non può essere accettato senza una degna reazione da parte delle istituzioni che rappresentano questo territorio. Per conoscenza, abbiamo inviato in nostro invito anche alle Procure di Velletri e Roma, al Commissariato di Polizia di Stato di Albano, ai Carabinieri del N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico) di Roma, nonché alla Caserma operativa dei Carabinieri di Castel Gandolfo”.