Il Tar Lazio è sicuro che il sindaco di Roma Roberto Gualtieri non prorogherà l’ordinanza dell’ex prima cittadina Virginia Raggi che ha imposto dal 2 agosto scorso la riapertura del VII invaso della discarica di Albano per un periodo di 6 mesi e che, quindi, dovrebbe richiudere definitivamente il prossimo 2 febbraio. “L’efficacia temporanea (dell’ordinanza della ex sindaca Raggi) – così scrive il Tar nella sua ordinanza provvisoria del 2 novembre – è ormai destinata ad esaurirsi a breve”, quindi il VII invaso non potrà chiudere immediatamente, ma dovrà continuare a ricevere i rifiuti indifferenziati romani per ulteriori e soli 3 mesi in “ragione della comparazione degli interessi” in gioco, in attesa che la Capitale trovi altre discariche e non corra il rischio di restare con la spazzatura in strada. In sostanza, è quanto ha deciso il Tar Lazio seconda sezione quater, presieduta dalla giudice Donatella Scalia, che con l’ordinanza provvisoria n.6013 ha respinto la ‘domanda cautelare’, così si chiamano tecnicamente le ragioni più immediate e urgenti dei comitati e associazioni ricorrenti. Istanze dei ricorrenti che i giudici amministrativi affronteranno quindi nel corso della prossima udienza di merito, in cui si tratterà a fondo l’oggetto del ricorso giudiziario. Il ricorso giudiziario, promosso da 16 tra comitati e associazioni, è stato sostenuto dall’appoggio esterno dei comuni di Albano, Ardea ed ora anche da Ariccia.
LA DISCARICA È AREA INQUINATA, QUINDI ADDIO MAXI-BIOGAS?
Su un cosa certo sono tutti d’accordo, giudici e cittadini, ossia che l’area in cui si trova la discarica di Albano è irrimediabilmente inquinata, tanto è vero che i magistrati nella loro ordinanza scrivono che “gli ulteriori accertamenti svolti sui livelli di inquinamento dell’area” dimostrerebbero lo “stato già compromesso del sito, come accertato da Arpa Lazio” nelle sue recenti analisi relative ai 10 pozzi spia, rese pubbliche di recente dal consigliere comunale di Albano Marco Moresco. Ma queste stesse recenti analisi dell’Arpa Lazio non avrebbero anche dimostrato – questo sostengono sempre i giudici – “la prova che la riapertura della discarica (per un periodo limitato di tempo, ndr) possa cagionare un pregiudizio irreparabile alla salute e all’ambiente”.
ORDINANZA DAL SAPORE ‘POLITICO’
L’ordinanza provvisoria del Tar Lazio ha un aspro sapore ‘politico’ perché ha rimandato le decisioni sulla tutela della salute dei cittadini di 4 comuni – Albano, Ardea, Ariccia e Pomezia – alla prossima udienza di merito che si terrà, così si augurano i cittadini, molto presto, ma comunque non prima dell’inizio del prossimo anno, febbraio o marzo. Nella speranza, è giusto ricordarlo, che il neo sindaco di Roma Gualtieri non decida di contraddire i giudici del Tar prorogando l’ordinanza della ex sindaca Raggi di altri ulteriori 6 mesi, fino ad agosto 2022. In politica, del resto, vale un solo ed unico principio: mai dire mai!