LA DISCARICA È AREA INQUINATA, QUINDI ADDIO MAXI-BIOGAS?
Su un cosa certo sono tutti d’accordo, giudici e cittadini, ossia che l’area in cui si trova la discarica di Albano è irrimediabilmente inquinata, tanto è vero che i magistrati nella loro ordinanza scrivono che “gli ulteriori accertamenti svolti sui livelli di inquinamento dell’area” dimostrerebbero lo “stato già compromesso del sito, come accertato da Arpa Lazio” nelle sue recenti analisi relative ai 10 pozzi spia, rese pubbliche di recente dal consigliere comunale di Albano Marco Moresco. Ma queste stesse recenti analisi dell’Arpa Lazio non avrebbero anche dimostrato – questo sostengono sempre i giudici – “la prova che la riapertura della discarica (per un periodo limitato di tempo, ndr) possa cagionare un pregiudizio irreparabile alla salute e all’ambiente”.
ORDINANZA DAL SAPORE ‘POLITICO’
L’ordinanza provvisoria del Tar Lazio ha un aspro sapore ‘politico’ perché ha rimandato le decisioni sulla tutela della salute dei cittadini di 4 comuni – Albano, Ardea, Ariccia e Pomezia – alla prossima udienza di merito che si terrà, così si augurano i cittadini, molto presto, ma comunque non prima dell’inizio del prossimo anno, febbraio o marzo. Nella speranza, è giusto ricordarlo, che il neo sindaco di Roma Gualtieri non decida di contraddire i giudici del Tar prorogando l’ordinanza della ex sindaca Raggi di altri ulteriori 6 mesi, fino ad agosto 2022. In politica, del resto, vale un solo ed unico principio: mai dire mai!