Fenomeno Squid Game. La serie tv di Netflix sta spopolando in Italia, anche tra i minorenni. Ciò però ha messo in allarme tutti i Garanti dell’Infanzia regionali d’Italia poiché Squid game affronta tematiche violente e sessualmente esplicite. “Il contenuto di questa serie è per adulti – spiega la Garante dell’Infanzia e adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni. Però la serie si è diffusa, come una moda, tra gli adolescenti e pre adolescenti, nonostante la serie sia vietata ai minori di 14 anni. Quello che mi preoccupa – afferma la Sansoni – è che possa diventare un vero e proprio stile di vita tra i minori. Molti genitori non conoscono il contenuto di questa serie che di “giocoso” ha poco”.
GLI INCONTRI A SCUOLA
“Per questo, insieme al Garante nazionale dell’Infanzia Carla Garlatti, abbiamo programmato una serie di incontri nelle scuole, primarie, secondarie e licei della provincia di Latina e Roma, per informare i ragazzi e i genitori dei rischi che corrono”, spiega la Sansoni. Gli incontri si svolgono in piccoli gruppi, nel rispetto delle misure Covid. Quando non è possibile in presenza, si tengono in streaming. Hanno chiesto incontri informativi sul tema Squid Game anche associazioni di volontariato, catechesi, scout e addirittura aziende farmaceutiche, per i genitori lavoratori che non possono recarsi direttamente a scuola. “Il nostro non è un intento bigotto di chiudere l’accesso ai contenuti web e tv – ci tiene a precisare il Garante – ma stiamo lanciando un allarme sui pericoli che corrono gli adolescenti, che non hanno ancora gli strumenti per elaborare la violenza e la sessualità contenuta in certi programmi”. “I genitori sono liberi di far usare telefoni e pc ai loro ragazzi, ma devono sapere a cosa vanno incontro. Il nostro obiettivo da Garanti è informare le famiglie su come filtrare determinati contenuti ed evitare emulazioni pericolose. Permettere ai minori di vedere contenuti non adeguati all’età evolutiva li porta a una “adultizzazione precoce” che non è idonea al sano sviluppo psicologico del ragazzo. I genitori, a volte, sottovalutano la responsabilità civile e penale che hanno nei confronti dei propri figli”, continua la Sansoni. Anche la bambolina della serie tv è di moda. Ma non si tratta di una tenera bambola: nella serie è lei che, a sangue freddo, elimina i perdenti al gioco. “Non bisogna banalizzare il fenomeno, ma gestirlo”, spiega Monica Sansoni.
I PROSSIMI PROGETTI: MEDICI SENTINELLA
“Per questo, tra i progetti che stiamo valutando, c’è anche la formazione dei medici di pronto soccorso che spesso hanno a che fare con bambini traumatizzati, in preda ad attacchi di panico, per aver visto contenuti sensibili. Per questo è necessario saper cogliere i segnali di rischio: formeremo dei “medici sentinella” capaci di riconoscere i segnali di turbamento nel benessere psicofisico del bambino”.
Il timore del Garante dell’infanzia è che al bambino si trasmetta un messaggio negativo. Come racconta la Sansoni “In alcune scuole sono stati segnalati episodi di violenza durante i classici giochi della Campana o Un due tre stella. Alla fine del gioco, il bambino ha picchiato il coetaneo perdente. Anche in provincia di Roma e Latina sono avvenuti episodi di scherno e dispetti tra i giovani, che travisano quei tradizionali giochi”. Il minore, che non ha sempre gli strumenti per distinguere finzione e realtà, rischia così di interpretare come “normale” il messaggio negativo che il perdente meriti di essere punito. “Il perdente deve essere “eliminato” può essere un messaggio antieducativo per i minori. Non vogliamo lanciare falsi allarmismi, ma invitare i genitori a non sottovalutare i possibili rischi di emulazione”, conclude il Garante dell’Infanzia e adolescenza della Regione. I numeri da contattare per chiedere aiuto: Garante Infanzia Lazio 0665937314, garanteinfanzia.regione.lazio.it; struttura amministrativa di supporto al Garante 0665937309.
Laura Alteri