Estorsione a un compagno di cella al carcere di Latina per farsi ricaricare la postepay, con la complicità di moglie e sorella. Due le persone arrestate stamattina, ritenute responsabili a diverso titolo dei reati di estorsione aggravata ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare – una ai domiciliari e l’altra in carcere – emessa da Mario La Rosa, GIP del Tribunale di Latina, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Latina Andrea D’Angeli, sono stati il Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria di Roma e quello della Casa Circondariale di Latina.
L’operazione di polizia è stato il frutto di una stretta collaborazione fra Polizia Penitenziaria e Arma dei Carabinieri voluta dal Comandante provinciale di Latina Lorenzo D’Aloia, e il direttore del Carcere di Latina Nadia Fontana, che si sono avvalsi della collaborazione dei rispettivi organi investigativi.
Il provvedimento cautelare si basa sulla scorta delle risultanze acquisite fra agosto e settembre dai Carabinieri di Latina e dal Nucleo Centrale della Polizia Penitenziaria di Roma che ha operato congiuntamente a quello della Casa Circondariale di Latina.
ESTORSIONE DURANTE LA DETENZIONE
Le indagini hanno accertato che un detenuto del carcere di Latina, R.B. 56 anni di Latina, destinatario di misura cautelare in carcere, mentre si trovava in stato di detenzione, aveva sottoposto a estorsione, un compagno di cella ricorrendo alla minaccia di ripercussioni fisiche, costringendolo, attraverso alcuni parenti, a effettuare ricariche postepay e a consegnare denaro in contante alla moglie. Donna che, peraltro, era stata tratta in arresto in flagranza del reato di estorsione il primo settembre scorso, venendo trovata, al termine di un servizio di pedinamento a seguito del quale era stata documentata la consegna di denaro contante fra la moglie della vittima e la predetta, in possesso della somma contante 950 euro provento dell’attività estorsiva. In manette è finita anche la sorella, sottoposta agli arresti domiciliari, destinataria di una serie di ricariche postepay per un totale complessivo di 500 euro circa.
UN MICROTELEFONO IN CELLA
Il detenuto, organizzatore dell’attività illecita, per impartire le disposizioni all’esterno, si avvaleva di un microtelefono cellulare completo di un caricabatterie artigianale, illegalmente detenuti nella cella e sottoposti a sequestro lo scorso 3 settembre, a seguito di un blitz della Polizia Penitenziaria di Latina, a carico di un detenuto complice.
Sono in corso ulteriori indagini per appurare se analoghi fenomeni estorsivi all’interno del carcere siano tuttora esistenti.