«In questi mesi di pandemia siamo stati considerati zero», questo è il grido che anima la manifestazione studentesca. I rappresentanti degli istituti superiori della città chiedono più investimenti per l’edilizia scolastica, dovendo il comune di Pomezia sopperire alla mancanza di scuole secondarie di secondo grado ad Ardea e, per questo, si rischia di non poter garantire l’accesso agli indirizzi di scuola superiore scelti a tutti gli studenti e tutte le studentesse. I rappresentanti sottolineano inoltre la mancanza di investimenti per il sostegno psicologico dei ragazzi, i cui disagi relativi al periodo di pandemia sono passati inosservati.
«Non accettiamo più di essere trattati come fossimo oggetti – spiegano i partecipanti – non accettiamo più di essere ignorati costantemente dalle istituzioni, non accettiamo più di essere complici di un sistema scolastico ormai inerme. Siamo le generazioni del futuro».
Il rappresentante di istituto del liceo artistico e linguistico Picasso, Simone Turani, dichiara: «Abbiamo deciso di collaborare con gli altri istituti di Pomezia per manifestare contro un sistema che è arretrato e non prende minimamente in considerazione le nuove generazioni. Durante la pandemia molti ragazzi e molte ragazze hanno abbandonato gli studi per dei crolli psicologici; chiediamo quindi che venga data maggiore importanza alla nostra salute psicologica. Siamo in stretto contatto con la dirigenza scolastica di tutti gli istituti e veniamo sempre ascoltati ed aiutati, purtroppo però il singolo istituto può fare poco. Abbiamo necessità di avere risposte dall’alto e devono iniziare ad ascoltarci: non abbiamo più intenzione di restar fermi a guardare il nostro futuro che viene distrutto».
«Oggi siamo scesi e scese in piazza per lottare per un futuro che ci viene negato -spiega Iris Ieva, la rappresentante degli studenti e delle studentesse del liceo Pascal– per mancanza di spazi e sostegno psicologico. Vogliamo più attenzione da parte delle istituzioni. Questa sarà la prima delle tante manifestazioni che faremo, continueremo a lottare».
Enrico Mangano